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Cattani (Farmindustria): serve un cambiamento su payback, prezzi e nuove aic

26 Gennaio 2023

L’industria farmaceutica ha chiuso il 2022 in crescita di circa il 10% rispetto all’anno precedente, con il valore della produzione che dovrebbe sfondare i 38 miliardi di euro grazie innanzitutto al traino dell’export che cresce del 44%. È la stima messa sul tavolo dal presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, nell’incontro organizzato ieri a Roma con la stampa.

Nonostante questo periodo di complessità – tra guerra e pendemia – il comparto farmaceutico ha visto crescere anche l’occupazione: «Ne hanno beneficiato per la gran parte i giovani under 35» ha detto Cattani «continueremo ad assumere in modo consistente per incrementare le nuove competenze digitali e scientifiche». In particolare, ha continuato il presidente di Farmindustria, servono ingegneri elettronici, ingegneri di processo biotecnologi, farmaco-economisti e data science manager. Ricerca e studi clinici non possono più prescindere dall’intelligenza artificiale e dunque tra le aziende cresce la competizione per assicurarsi figure con tali competenze, anche tramite collaborazioni con le università e le esperienze scuola-lavoro.

Quanto ai problemi di indisponibilità e carenze, Cattani ha ricordato che in Italia «i farmaci hanno in media i prezzi più bassi d’Europa. Quindi, anche se attualmente la carenza di farmaci è limitata, c’è un rischio di export parallelo che potrebbe portare a carenze a livello nazionale». Non solo: la “devalorizzazione” dei farmaci indotta da questo regime dei prezzi rende sempre meno sostenibili alcune produzioni.

Anche il payback contribuisce a creare un clima sfavorevole alle aziende del farmaco. «Il payback rappresenta una tassazione aggiuntiva ed è diventato un iniquo strumento strutturale di finanziamento per le Regioni» ha detto Cattani «sul tema abbiamo aperto un confronto con il governo, se arrivasse un segnale di cambiamento si attrarrebbero aziende e investimenti».

Infine, dall’industria arriva anche la richiesta di una riduzione dei tempi necessari all’immizzione in commercio di nuovi farmaci. «Abbiamo bisogno di riforme, dunque via il payback e via le logiche di taglio dei prezzi per i farmaci e più logiche di valorizzazione del settore a livello centrale e regionale» ha concluso Cattani «questi sono i nodi da sciogliere per dare più salute ai cittadini e più sviluppo economico industriale al Paese».