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Censis: la farmacia dei servizi piace agli italiani, ma pochi sono informati

9 Luglio 2025

Oltre il 90% degli italiani vorrebbe trovare in farmacia un’ampia gamma di servizi sanitari, dal recapito dei farmaci a domicilio per le persone fragili ai test di screening per colesterolo e glicemia, dalla prenotazione di visite ed esami alla possibilità di scegliere il medico di base. È il quadro che emerge dal rapporto del Censis “La nuova farmacia pilastro del Ssn. Prospettive ed opportunità”, presentato ieri a Roma. La ricerca fotografa un largo consenso per l’ampliamento delle funzioni delle farmacie, ma anche una conoscenza ancora limitata della sperimentazione in corso.

Secondo l’indagine, 9 cittadini su 10 si dichiarano favorevoli all’estensione dei servizi in farmacia. Le prestazioni più richieste comprendono anche lo screening dell’ipertensione e del diabete, la presenza di infermieri per medicazioni e vaccinazioni (per i maggiori di 12 anni), e la distribuzione per conto dei farmaci e dei presìdi forniti dalle Asl. Tuttavia, solo il 31,1% del campione è a conoscenza della sperimentazione della farmacia dei servizi attualmente in corso, anche se il 68,9% dichiara di usufruire già, nella propria farmacia abituale, di almeno una delle prestazioni previste.

Tra gli italiani prevale una visione della farmacia come presidio sanitario del territorio, convenzionato con il Servizio sanitario nazionale e parte integrante del servizio pubblico (53,6%). Un riconoscimento che si è rafforzato durante la pandemia, quando le farmacie hanno svolto un ruolo centrale nello screening attraverso i tamponi. Questa percezione è particolarmente forte tra i più giovani (61,3%), che hanno cominciato a frequentare più assiduamente la farmacia, apprezzandone il ruolo pubblico.

Resta comunque presente, in una quota significativa del campione (46,4%), una visione più tradizionale della farmacia come luogo di dispensazione di farmaci e prodotti per il benessere. Ma anche questo approccio riflette l’evoluzione del concetto di salute, sempre più orientato verso la prevenzione e il mantenimento del benessere, in una prospettiva di prossimità e accessibilità.

«La farmacia sta diventando un presidio importante della medicina territoriale, soprattutto grazie alle sue caratteristiche peculiari di accessibilità e prossimità» ha osservato Ketty Vaccaro, responsabile Salute del Censis. Tuttavia, ha avvertito, «qualcuno teme che non tutte siano in grado di farlo, con il rischio di mantenere le profonde differenze di offerta sul territorio, come segnalato da quasi il 40% del campione».

La capillarità delle farmacie resta comunque uno dei punti di forza maggiormente riconosciuti: per il 90% degli italiani c’è sempre una farmacia vicina e aperta, e il 92,2% riconosce il sostegno che questi esercizi garantiscono alle fasce più fragili.

Per Marco Cossolo, presidente di Federfarma, la trasformazione è in corso: «La farmacia del futuro sarà sempre meno simile a un negozio e sempre più simile a un luogo sanitario, un punto d’incontro tra il cittadino e il Servizio sanitario nazionale. Farà parte del circuito di prossimità insieme alle case di comunità». Cossolo ha anche sottolineato che le farmacie più attive nell’erogazione dei nuovi servizi non sono quelle dei grandi centri, ma «le rurali e quelle dei comuni decentrati».

Una maggiore strutturazione della farmacia dei servizi potrebbe anche alleggerire la pressione sul sistema sanitario, come ha ricordato il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato: «Abbiamo visto che laddove si aderisce alla sperimentazione, vi è un abbattimento delle liste d’attesa importante, con punte del 15-20 per cento». Il bilancio della fase sperimentale è atteso per settembre, con l’intenzione – se gli esiti saranno positivi – di rendere il modello strutturale. «In tal caso procederemo con un aumento del finanziamento al fondo», ha aggiunto Gemmato.

«I farmacisti dopo il Covid hanno saputo interpretare in maniera forte un ruolo nuovo all’interno del Servizio sanitario nazionale» ha commentato il presidente della Fofi, Andrea Mandelli «ora però gli italiani devono conoscere di più e meglio le potenzialità della farmacia dei servizi. Per questo la Federazione degli ordini ha lanciato un’idea con tutte le altre parti che con noi compongono la struttura della professione».