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Convenzione, la Corte dei conti certifica ma chiede rigore su costi servizi

10 Settembre 2025

Luce verde della Corte dei conti alla Convenzione tra Servizio sanitario nazionale e farmacie in vigore da marzo, con la raccomandazione però a Regioni e Tavoli tecnici perché vigilino sulle implicazioni economiche dell’accordo. È quanto si ricava dalla relazione tecnica dei magistrati contabili, depositata in segreteria il 4 agosto scorso e pubblicata ieri da Quotidiano Sanità.

La Corte, in sintesi, certifica positivamente l’ipotesi di accordo siglata da Sisac e sindacati delle farmacie pubbliche e private, ma lo fa con un rapporto dove non mancano «osservazioni e raccomandazioni» riguardo ad alcune norme che richiederanno un’attenta sorveglianza nel recepimento e nell’attuazione a livello regionale.

Il punto più complesso è la disciplina della cosiddetta «farmacia dei servizi». I magistrati evidenziano che, pur essendo definita la cornice normativa e le prestazioni (assistenza domiciliare integrata, prestazioni analitiche di prima istanza e altre attività), manca una quantificazione nazionale delle risorse necessarie per remunerare tali servizi «senza nuovi oneri per la finanza pubblica».

La relazione, in particolare, ricorda che il d.lgs 153/2009 aveva delegato alla Convenzione il compito di «fissare i principi e i criteri per la remunerazione dei nuovi servizi» e «il relativo tetto di spesa», considerati i risparmi sulla spesa di Ssn e Regioni generati dall’attività delle farmacie. Tuttavia, continua la Corte dei conti, la Sisac ha dichiarato nella relazione tecnica allegata alla Convenzione «che la certificazione della diminuzione degli oneri non è mai stata resa, per cui l’Acn non ha potuto ottenere una quantificazione delle risorse necessarie a definire una retribuzione specifica per tali servizi».

Dati esaustivi sui risparmi, continua la relazione, dovrebbero arrivare dalla sperimentazione della farmacia dei servizi varata con la Legge di bilancio per il 2028 e ancora in corso in parecchie Regioni. Di qui il richiamo della Corte dei conti al ruolo dei Tavoli tecnici che a livello regionale dovranno valutare esiti e sostenibilità dei servizi in farmacia: Regioni e Conferenza Stato-Regioni, in sostanza, dovranno  assicurare controlli stringenti su come vengono quantificati i risparmi e i relativi limiti di spesa.

Anche il capitolo dedicato alle indennità per le farmacie rurali solleva i dubbi dei magistrati contabili: l’articolo 17 ridefinisce i parametri (fatturato, abitanti, distanza dal capoluogo, turni notturni) per la corresponsione dell’indennità di residenza, ma la Corte sottolinea che le Regioni fissano valori disomogenei e che, pur avendo la Sisac assicurato che «i nuovi criteri non generano ulteriori oneri», non sono stati forniti adeguati elementi di riscontro. Perciò i magistrati raccomandano «un attento riscontro e monitoraggio dell’assenza di effetti finanziari» per evitare oneri occulti e squilibri territoriali.

La relazione, infine, segnala le principali novità operative introdotte dall’Acn: l’e-dcr (distinta contabile riepilogativa in formato elettronico), la previsione di una dotazione minima di personale laureato parametrata al fatturato Ssn, e la revisione dell’istituto dell’acconto (con percentuali differenziate a favore delle farmacie sussidiate). Su questi punti la Corte prende atto delle modifiche ma invita a verifiche sulla loro concreta ricaduta economica e amministrativa nelle diverse realtà regionali.