Collaborazione con Federfarma nazionale già chiusa per Raffaele Donini, sino al novembre scorso assessore alla Salute della Regione Emilia Romagna e da alcune settimane consulente del sindacato nazionale dei titolari (con la propria società Global Vision) per lo sviluppo della farmacia dei servizi. Si chiudono così le polemiche accese dall’articolo pubblicato martedì scorso dall’edizione bolognese del quotidiano la Repubblica, che aveva dato notizia del rapporto professionale tra Donini (attualmente consigliere Pd nell’assemblea regionale) e Federfarma.
La sua società Global Vision, spiegava Donini al giornalista che l’intervistava, si occupa di comunicazione e consulenza. «Facciamo progetti di sviluppo per aziende, associazioni, e per alcuni enti. Cerco di mettere a valore professionale tutto quello che ho maturato in tanti anni di lavoro nella pubblica amministrazione». Per la Federazione, «ci occupiamo di dare idee su come sviluppare sul territorio nazionale la farmacia di servizi».
Donini escludeva poi incompatibilità tra il suo attuale impegno politico e l’incarico per le farmacie private: innanzitutto la consulenza non avrebbe riguardato l’Emilia Romagna, in secondo luogo «gli uffici competenti dell’assemblea legislativa il via libera. Non avendo nessun incarico (in giunta, ndr), voglio impostare un mio percorso professionale per il futuro».
Nonostante le rassicurazioni di Donini, la notizia qualche effetto nella politica emiliana deve averlo avuto. Perché ieri, come riporta un secondo articolo di la Repubblica, l’ex-assessore ha annunciato di avere rinunciato all’incarico. «Nella mattinata di oggi mi sono recato a Roma per rimettere in modo consensuale l’incarico di consulente strategico per Federfarma nazionale». Pur nella consapevolezza che non vi fosse alcun conflitto di interessi, «non voglio diventare bersaglio di dichiarazioni o illazioni che gettino la minima ombra sulla mia onorabilità».
Tra le voci che si erano alzate per manifestare perplessità sull’incarico, spiega il quotidiano, l’associazione Libera, fondata da Don Ciotti per contrastare mafie e corruzione. «In un ambiente fragile come quello della sanità» avevano scritto i referenti regionali dell’associazione «crediamo che l’attenzione e l’etica debbano essere ancora più alte per fugare qualsiasi tipo di dubbio».