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Farmacia dei servizi, sfuma il decreto e torna il disegno di legge

5 Giugno 2024

Niente decretazione d’urgenza per le disposizioni sulla farmacia dei servizi, che “escono” dal decreto del ministro Schillaci per le liste d’attesa e confluiscono in un disegno di legge che di fatto è la replica fedele del ddl Semplificazioni, licenziato dal governo a fine marzo e ora in coda alle Camere per la conversione. È l’esito della seduta del Consiglio dei ministri che ieri ha esaminato il testo messo a punto dalla Salute con l’obiettivo di ridurre le attese degli assistiti per esami diagnostici e visite specialistiche: per motivi finanziari (non tutti i provvedimenti avrebbero la necessaria copertura) ma anche formali (difficile giustificare con l’urgenza le misure sulle farmacie), il decreto approvato dal Governo contempla un pacchetto di disposizioni nettamente ridotto rispetto all’originale.

In sintesi, nel decreto rimangono le disposizioni di maggiore urgenza che rispondono all’obiettivo di razionalizzare e governare l’erogazione delle prestazioni. In particolare, viene istituita la Piattaforma nazionale delle liste d’attesa, che dovrà assicurare «misurazione delle prestazioni in lista di attesa, disponibilità di agende sia per il sistema pubblico sia per gli erogatori privati accreditati, rispetto del divieto di sospensione o di chiusura delle attività di prenotazione, modulazione dei tempi di attesa in relazione alle classi di priorità, produttività con tasso di saturazione delle risorse umane e tecnologiche, appropriatezza nell’accesso alle prestazioni». In aggiunta, viene anche istituito «l’Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria, che opera alle dirette dipendenze del Ministro della salute e svolge verifiche presso le aziende sanitarie locali e ospedaliere e presso gli erogatori privati accreditati sul rispetto dei criteri di efficienza e di appropriatezza nella erogazione dei servizi e delle prestazioni».

Riguarderanno anche le farmacie, poi, le disposizioni che il decreto detta a proposito di gestione delle prenotazioni e delle agende: «gli erogatori pubblici e gli erogatori privati accreditati ospedalieri e ambulatoriali» recita l’articolo 3 «afferiscono al Cup che è unico a livello regionale o infra-regionale. A tal fine, la piena interoperabilità dei centri di prenotazione degli erogatori privati accreditati con i competenti Cup territoriali costituisce condizione preliminare per la stipula degli accordi contrattuali». E ancora: «Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano promuovono l’attivazione di soluzioni digitali (portali e app, ndr) per prenotare e disdire l’appuntamento autonomamente e per il pagamento del ticket ove previsto» ed è «fatto divieto alle aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attività di prenotazione».

Restano nel decreto anche le disposizioni dirette ad accrescere “l’output” (cioè la produttività) delle aziende sanitarie e ospedaliere: le visite diagnostiche e specialistiche possono essere effettuate anche il sabato e la domenica, così come può essere prolungata la fascia oraria. Infine, già da quest’anno e poi anche nel prossimo Regioni e Aziende sanitarie potranno superare il tetto di spesa per l’assunzione di personale sanitario («fermo restando il rispetto dell’equilibrio economico e finanziario»).

Invece nel disegno di legge, il cui iter avrà ovviamente tempi più lunghi, finiscono le disposizioni sulla farmacia dei servizi che già erano state affidate al ddl Semplificazioni: la «dispensazione per conto dei farmaci e dei dispositivi medici necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale», l’eliminazione del requisito dell’autocontrollo per le prestazioni analitiche di prima istanza che possono essere effettuate in farmacia, l’allargamento a tutte le vaccinazioni del Piano nazionale delle somministrazioni consentite in farmacia (previa formazione del farmacista), i nuovi servizi come il test per l’antibiotico-resistenza e la scelta e revoca del medico e le disposizioni sull’uso di locali distaccati per i servizi (con la possibilità di ricorrere a contratti di rete e l’obbligo di croce verde e un’insegna “farmacia dei servizi” per segnalarli).