«La crisi sanitaria del Covid ha fatto emergere tutto il potenziale logistico delle farmacie. Da allora non è più stato possibile trascurare o tergiversare sulla necessità di una loro maggiore integrazione nel sistema sanitario territoriale, peraltro da riformare sostanzialmente». Sono le parole con cui il presidente di Assofarm, Luca Pieri, commenta i dati della ricerca di Censis e Federfarma sulla farmacia dei servizi, presentati martedì a Roma.
Dall’indagine, rileva Pieri, emerge chiaramente come la farmacia sia percepita dagli italiani non solo come un punto di riferimento per l’acquisto di farmaci, ma come un presidio sanitario territoriale fondamentale e un centro servizi sempre più vicino alle esigenze dei cittadini.
«Sono almeno tre» dice il presidente di Assofarm «gli elementi significativi emersi dalla ricerca: la farmacia continua a godere di un’altissima fiducia tra i cittadini, riconosciuta per la sua capillarità e facilità di accesso; la popolazione chiede inoltre a gran voce un ampliamento dei servizi offerti dalle farmacie, in particolare servizi infermieristici, monitoraggio dei parametri vitali, screening e prevenzione, supporto alla cronicità».
Infine, la farmacia è sempre più vista come un attore cruciale nel sistema di welfare, capace di intercettare i bisogni emergenti e di contribuire alla riduzione delle disuguaglianze in salute. «Questi dati confermano l’urgenza di investire nella farmacia come fulcro della sanità territoriale» conclude Pieri «non si tratta solo di una percezione, ma di una realtà che si concretizza in casi di successo quotidiani. Penso alla Farmacia Comunale di Montefiore dell’Aso, un piccolo comune di 1.930 abitanti in provincia di Ascoli Piceno, che durante la pandemia ha inoculato ben 1.127 vaccini Covid. Questo è un piccolo grande esempio di come la farmacia, anche nei contesti più difficili, sia in grado di fare la differenza per la salute e il benessere della comunità e per la sostenibilità sociale ed ambientale».