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Legge di Bilancio, cantiere alle battute finali. Verso incremento tetto farmaceutica

15 Ottobre 2025

È ormai pronto il testo della Legge di bilancio 2026, illustrato ieri in Consiglio dei ministri e atteso per l’approvazione definitiva venerdì. Come riferisce Quotidiano Sanità, il provvedimento conferma un incremento consistente delle risorse destinate alla sanità: 2,4 miliardi di euro aggiuntivi che, sommati ai 3,7 già previsti dalla manovra dello scorso anno, portano a 6 miliardi in più il Fondo sanitario nazionale per il 2026. Un percorso di crescita che proseguirà anche nel biennio successivo, con ulteriori aumenti per 2,65 miliardi complessivi.

Tra le misure di maggiore rilievo per le farmacie spicca l’ipotesi di un innalzamento dello 0,5% del tetto di spesa per la farmaceutica. Si tratta di un intervento che, se confermato nel testo definitivo, alleggerirebbe almeno in parte le tensioni che da tempo gravano sui bilanci regionali e sulle relazioni con il comparto. L’aumento del tetto risponde alle pressioni esercitate negli ultimi mesi dalle associazioni di categoria e dalle stesse Regioni, che chiedevano di adeguare la quota di spesa farmaceutica al crescente fabbisogno di medicinali, in particolare per le patologie croniche e le nuove terapie ad alto costo. Una misura che, pur modesta nelle dimensioni, segnerebbe un segnale politico di attenzione verso il settore e potrebbe contribuire a contenere il rischio di nuovi payback.

Accanto alla farmaceutica, la manovra punta a rafforzare la prevenzione e il personale sanitario. Circa 700 milioni — cifra che potrebbe ridursi nella versione finale — saranno destinati all’aumento della quota del Fondo per lo sviluppo della prevenzione sanitaria, che passa dal 5 al 5,5%. L’obiettivo è ampliare gli screening oncologici già esistenti e introdurne uno nuovo per il tumore del polmone.

Un capitolo importante riguarda poi il piano straordinario di assunzioni nel Servizio sanitario nazionale: ventimila ingressi in tre anni, di cui 6.500 già nel 2026 tra dirigenti e professionisti sanitari, in gran parte infermieri. Sul fronte delle retribuzioni, la manovra prevede un rafforzamento delle indennità di specificità e di esclusività per medici, infermieri e dirigenti sanitari, con incrementi che potranno tradursi in aumenti medi mensili fino a 220 euro lordi per i medici e 110 per gli infermieri. Cresce anche l’indennità per la tutela del malato e la promozione della salute, che nel 2026 avrà una dotazione di 300 milioni.

Sono previsti inoltre fondi specifici per diverse aree di intervento: 80 milioni per il Piano salute mentale e l’introduzione dello psicologo di famiglia, 60 milioni per i pazienti affetti da malattie rare, 150 milioni per il rafforzamento dell’assistenza territoriale e domiciliare, 70 milioni per la stabilizzazione della farmacia dei servizi, 20 milioni per la sperimentazione della rete ospedaliera di terzo livello e 10 milioni per le cure palliative.

Completano il quadro una serie di finanziamenti per enti e istituti del Ministero della Salute — tra cui l’Istituto Superiore di Sanità, l’Agenas, l’Aifa e gli Irccs — e un capitolo da oltre 80 milioni di euro per investimenti in conto capitale. Un pacchetto di misure che, pur non modificando radicalmente l’assetto del Servizio sanitario nazionale, segna una manovra orientata al rafforzamento strutturale del sistema e al recupero di alcune fragilità emerse negli ultimi anni.