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Minghetti (Sifap): bene il Consiglio di Stato, ma non chiamiamolo deblistering

18 Settembre 2025

«Sono molto contenta che il Consiglio di Stato, nel suo avviso sul deblistering in farmacia, abbia recepito il protocollo che la Regione Lombardia aveva emanato nel 2022 per assicurare una regolamentazione tecnica alle farmacie di questa regione». Sono le parole con cui Paola Minghetti, presidente della Sifap e direttore del dipartimento di Scienze farmacologiche dell’università di Milano, commenta a FPress il commentassimo intervento del 2 settembre scorso della magistratura amministrativa, che in seguito al ricorso di una farmacia del torinese al presidente della Repubblica aveva definitivamente chiarito che per proporre ai suoi clienti il confezionamento personalizzato dei farmaci prescritti il farmacista non ha bisogno di autorizzazioni, perché si tratta di un servizio già adeguatamente regolamentato dalle Norme di buona preparazione e dalle disposizioni adottate in questi anni da alcune Regioni.

Professoressa, nel suo intervento il Consiglio di Stato cita i provvedimenti adottati dalle amministrazioni regionali che hanno voluto dare indicazioni sul deblistering, e scrive che il protocollo emanato nel 2022 dalla Lombardia è senz’altro quello che affronta la questione in termini più generali e per questo è un riferimento di cui dovrebbero tenere conto le farmacie che vogliono offrire il servizio. Lei aveva partecipato al gruppo di lavoro dal quale era scaturito questo protocollo, qual è allora la sua valutazione?

In effetti la Regione Lombardia è stata tra le prime, anzi forse probabilmente la prima, a sentire la necessità di regolamentare il confezionamento personalizzato a livello locale, in particolare con un inquadramento tecnico. Questa attività, dopo che per anni è stata gestita a livello soltanto ospedaliero, ha cominciato da qualche anno a essere proposta anche nelle farmacie aperte al pubblico, e quindi la Lombardia, con grande lungimiranza, ha sentito la necessità di intervenire. Il gruppo di lavoro che ha redatto il protocollo, di cui ho avuto l’onore di far parte, ha lavorato per molto tempo perché non è stato un parto facile; l’obiettivo che ci siamo posti era quello di fornire dei riferimenti tecnici ai farmacisti che vogliono avviare questa attività, partendo dal presupposto che non c’erano motivi per impedire il confezionamento personalizzato in farmacia.

Quali sono i vantaggi che questo servizio offre al paziente?
Quest’attività obbedisce a due finalità: da un lato migliorare l’aderenza dei pazienti che si curano a casa e spesso sono gestiti da caregiver che magari non sanno neanche tanto bene l’italiano o comunque non hanno tanto le competenze per gestire patologie complesse e terapie complesse; dall’altro ridurre gli errori, perché assumere un farmaco nel momento sbagliato non è solo scarsa aderenza, può comportare effetti collaterali e di sicuro rappresenta uno spreco.

Quali sono stati i vostri riferimenti nel gruppo di lavoro regionale?
Uno dei principali è stato il documento tecnico redatto da un pool di società scientifiche su iniziativa della Sifap e poi condiviso con la Sifo, in cui già si fornivano indicazioni precise sull’operatività tecnica da adottare in farmacia a tutela del paziente e del farmacista.

Il Consiglio di Stato afferma che le Norme di buona preparazione vanno considerate un riferimento dalle farmacie che vogliono fare deblistering. Anzi, i giudici amministrativi nel loro avviso fanno un esplicito parallelo con l’attività galenica…
A mio avviso il confezionamento personalizzato non è riconducibile propriamente alla galenica, perché nel primo caso il medicinale non viene toccato, la compressa cioè resta intatta. Il confezionamento personalizzato, dunque, rientra tra i servizi che la farmacia può offrire e per il quale è richiesta la valutazione tecnica del farmacista, considerato che alcuni farmaci non sono riconfezionabili perché rischiano di degradare e per altri si deve procedere allo sconfezionamento anche dell’involucro primario, manualmente o con l’ausilio di macchine.

Come giudica la valutazione che fa il Consiglio di Stato del protocollo lombardo?
Sono molto contenta, penso che questo documento possa essere utile a tutti i farmacisti italiani. Non si può pensare che in mancanza di una regolamentazione a livello nazionale siano sostenibili le difformità generate da disposizioni applicabili soltanto in alcune regioni e non in altre. L’avviso poi è scritto molto bene, con grande chiarezza, ed è d’indubbia utilità.

Quindi si può dire che con questo intervento il deblistering è entrato a tutti gli effetti tra le pretazioni della farmacia dei servizi?
Sì, anche se io più che deblistering userei il termine confezionamento personalizzato, perché con deblistering si fa riferimento soltanto alla parte “negativa” dell’attività, cioè lo sconfezionamento, mentre invece la parte più professionale e qualificante è il riconfezionamento in dosi personalizzate, la cui finalità è aiutare l’aderenza del paziente e scongiurare errori.