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Nuova remunerazione, Agenzia Entrate: su quote fisse e variabili iva al 10%

21 Maggio 2025

Le quote previste dalla nuova remunerazione delle farmacie devono essere considerate al netto dell’iva, e su di esse si applica l’aliquota ridotta del 10%. È il responso che arriva dall’Agenzia delle Entrate in risposta all’interpello con cui Federfarma aveva chiesto delucidazioni sull’inquadramento fiscale del sistema retributivo misto introdotto dalla Legge di Bilancio 2024.

La conferma è contenuta nella nota che l’Agenzia ha diramato ieri e Federfarma a sua volta ha subito diffuso ieri alle proprie strutture territoriali. Il documento fa chiarezza in modo definitivo: le quote fisse e variabili che dal 1° marzo compongono la nuova remunerazione delle farmacie convenzionate – previste dall’articolo 1, commi 225-227, della legge 213/2023: quota variabile del 6% sul prezzo al pubblico, quote fisse per confezione e quote fisse per tipologia di farmacia – non includono l’Iva, bensì rappresentano la base imponibile sulla quale tale imposta va applicata. E in ragione della natura del servizio reso, l’aliquota da applicare è quella ridotta del 10%.

Nel dettaglio, l’Agenzia afferma che, nel contesto del rapporto convenzionale tra Ssn e farmacie, le nuove quote «assumono rilievo ai fini Iva, con applicazione dell’aliquota ridotta nella misura del 10 per cento, prevista dal numero 114) della Tabella A, parte terza, allegata al Dpr 633/1972». Si tratta di un passaggio cruciale, perché conferma che la remunerazione introdotta dalla manovra non ha natura di contributo fuori campo, ma rientra a pieno titolo tra gli importi soggetti a imposta, come avviene per gli altri corrispettivi legati alla cessione di farmaci in regime convenzionato.

Non solo. L’Agenzia conferma anche la correttezza della documentazione che accompagna il flusso informativo tra farmacia e Ssn. In particolare, la nota valida espressamente la struttura della Distinta contabile riepilogativa (Dcr) predisposta da Federfarma, che già recepisce le indicazioni ora ufficializzate: «Si ritiene che la Dcr redatta da codesta Federazione sia coerente con il corretto trattamento ai fini Iva delle quote in parola» scrive l’Agenzia, con riferimento alla rappresentazione delle somme nella contabilità farmaceutica.

Il chiarimento era atteso dopo che già a gennaio l’Agenzia delle Entrate, su istanza dell’Azienda sanitaria provinciale di Trento, si era espressa in termini simili con una prima risposta ad interpello. Ora però la presa di posizione è esplicita, ed estesa all’intero sistema convenzionato.

Federfarma, nella circolare di accompagnamento, invita le Unioni regionali e le Associazioni provinciali a diffondere la nota presso le farmacie, così da garantire una corretta gestione contabile e fiscale delle nuove quote fin da subito. L’obiettivo è uniformare i comportamenti ed evitare contestazioni in fase di verifica.