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Piano nazionale cronicità, insediata la Cabina di regia. Farmacisti assenti

25 Gennaio 2018

Un paio di medici di famiglia, diversi ospedalieri, qualche docente universitario e una psicologa. Più due presidenti della Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici, e il segretario nazionale della Fnopi, la neonata Federazione delle professioni infermieristiche (ex Ipasvi). Ci sono persino i consumatori, rappresentati dal coordinatore di Cittadinanzattiva Tonino Aceti. Ci sono tutti nella Cabina di regia del Piano nazionale per la cronicità insediata ieri su decreto del ministero della Salute. Tutti quelli, cioè, che a vario titolo possono reclamare un ruolo in tale Piano. Tutti tranne i farmacisti, dei quali non c’è il minimo segno nel corposo organigramma della Cabina (30 nomi): né tra gli “esperti”, dove prevalgono medici specialisti e docenti universitari, né tra le rappresentanze delle professioni sanitarie, che si limitano alle già citate Fnomceo e Fnopi (e la Fofi?).

E’ un vuoto che si fa fatica a capire, perché la Cabina di regia sarà la stanza dei bottoni del Piano per la cronicità, ossia il centro di comando dal quale (come recita il decreto della Salute) verranno guidati e gestiti gli interventi, coordinate le attività per il raggiungimento dei singoli obiettivi, analizzate e confrontate le esperienze locali sui nuovi modelli di gestione della cronicità. Tant’è vero che chi c’è non nasconde la propria soddisfazione. «E’ un riconoscimento sicuramente importante» ha commentato ieri a Quotidiano Sanità Beatrice Mazzoleni, segretario nazionale della Federazione degli ordini degli infermieri «il Piano ha come obiettivo quello di promuovere interventi basati su approcci unitari e orientati alla piena responsabilizzazione di tutti gli attori dell’assistenza».

Tra questi attori il Piano (varato dal Ministero nel maggio 2016 e ratificato dalle Regioni in autunno) contempla anche le farmacie, definite «il più agevole e frequente» sportello di accesso alle risorse del Ssn. Per tale motivo, si legge nel documento, gli esercizi dalla croce verde vanno coinvolti «nelle attività di educazione sanitaria e nella prevenzione primaria e secondaria, secondo protocolli condivisi con lo specialista e il medico di famiglia/pediatra di libera scelta, anche per quel che riguarda l’aderenza ai trattamenti a lungo termine».

E’ una bella apertura, che andrà difesa a denti stretti quando il Piano comincerà a passare dalla carta alla realtà. Perché dietro le quinte, come Federfarma sa bene, ci sono altri attori che scalpitano per soffiare il posto alla farmacia dei servizi. Intanto quello che avrebbero dovuto avere in Cabina di regia, i farmacisti se lo sono già lasciato togliere.