Rafforzare le farmacie territoriali quali presidi sanitari di prossimità, attraverso la loro integrazione attiva nella rete dell’assistenza territoriale, sostenendo accessibilità e appropriatezza dei loro servizi e razionalizzando la disciplina in materia di pianificazione territoriale «in coerenza con le esigenze assistenziali delle comunità locali» fermo restando il criterio della pianta organica. È quanto recita, in materia di farmacia, la delega con cui il Governo dovrà mettere mano alla legislazione farmaceutica per un riordino complessivo che dovrà produrre un nuovo testo unico entro la fine del 2026. Lo scrive lo schema di disegno di legge messo a punto dal sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, e approvato ieri dal Consiglio dei ministri. In sostanza, l’atto che apre formalmente l’iter del decreto legislativo.
Come da copione il ddl delega – che ora deve passare dal voto delle Camere – fissa principi e criteri direttivi che il Governo dovrà rispettare nella stesura del decreto. Al riguardo, il testo approvato ieri elenca esplicitamente tre obiettivi:
– migliorare l’accesso al farmaco, ottimizzare la disciplina riguardante la prestazione dei servizi sanitari;
– rafforzare la rete assistenziale farmaceutica sul territorio;
– implementare l’attività di programmazione e controllo della spesa farmaceutica.
Per quanto concerne il primo punto, lo schema di ddl indica tra gli interventi una revisione della normativa sulla distribuzione dei medicinali, «anche favorendo la produzione interna di principi attivi ed eccipienti», l’adeguamento o la revisione dei tetti della spesa farmaceutica e del payback e «l’implementazione dei sistemi informativi nazionali e regionali», anche attraverso l’integrazione dei dati su ricette, consumi e prezzi nel Sistema tessera sanitaria.
Per quanto riguarda le farmacie, invece, lo schema di ddl delega fissa per obiettivo il rafforzamento «del ruolo delle farmacie territoriali quali presidi sanitari di prossimità», specificando tre aree d’intervento:
– integrare attrivamente le farmacie nella rete assistenziale territoriale, attraverso nuovi servizi come televisita e telemonitoraggio per la presa in carico attiva dei pazienti e cercando la collaborazione tra professionisti sanitari;
– incrementare accessibilità, appropriatezza e sostenibilità economico-finanziaria dei servizi offerti dalle farmacie, sia in regime privatistico sia in regime Ssn, in coerenza con i Piani socio-sanitari Regionali;
– razionalizzare la disciplina in materia di pianificazione territoriale in coerenza con le esigenze assistenziali delle comunità locali, in particolare delle aree interne, rurali e a bassa densità abitativa, fermo restando il criterio della pianta organica.
Come detto, l’approvazione del ddl da parte del Consiglio dei ministri rappresenta soltanto la tappa di avvio dell’iter che porterà all’approvazione del decreto legislativo finale. Ora il ddl va all’esame del Parlamento perché venga discusso, eventualmente modificato e approvato. Una volta convertito in legge, il Governo potrà cominciare a lavorare allo schema di d.lgs, con i ministeri competenti che dovranno redigere una bozza conforme alla delega ricevuta dalle Camere. Tale bozza, quindi, verrà esaminata in via preliminare dal Consiglio dei ministri e, in caso di approvazione, verrà trasformata in schema di d.lgs. A seguire, lo schema sarà trasmesso alle Commissioni parlamentari competenti (e ad altri eventuali organi consultivi, come la Conferenza Stato-Regioni) per le valutazioni di rito, infine tornerà al Governo per l’approvazione finale.