I farmacisti rurali segnino queste due date sul calendario: 10 e 30 giugno. Sono le due scadenze da rispettare per prendere parte al secondo avviso pubblico per il finanziamento di interventi destinati alle farmacie ubicate nei comuni fino a 5mila abitanti, nell’ambito della Missione 5, Componente 3, Investimento 2 del Pnrr. Il 10 giugno è il termine ultimo per registrarsi sulla piattaforma ministeriale, il 30 invece la data entro la quale vanno presentate le domande, quindi gli interessati non aspettino tempo.
In palio, come noto, c’è un fondo di 81 milioni di euro, che possono essere utilizzati dalle farmacie rurali (finanziamento massimo per esercizio, 44.260 euro) per interventi diretti a ottimizzare la dispensazione dei farmaci, agevolare la presa in carico del paziente cronico (mediante servizi di assistenza domiciliare, formazione mirata dei farmacisti e integrazione con il Fascicolo sanitario elettronico), oppure erogare prestazioni diagnostiche di primo e secondo livello (come test clinici, analisi, diagnostica remota e telemedicina).
Questi 81 milioni sono quanto avanza dei cento stanziati in occasione del primo avviso pubblico per M5C3I2, pubblicato nel dicembre 2021 e chiuso ufficialmente alla fine del 2023. Secondo quanto riporta il sito Openpolis, i fondi effettivamente assegnati con il primo avviso si fermano infatti a 18,5 milioni di euro: con tale somma sono state finanziate 891 farmacie rurali sulle 2.000 preventivate nei piani (vedi Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr del 31 marzo scorso), cui vanno aggiunti altri 273 esercizi ubicati al di fuori delle aree interne, per le quali erano stati stanziati 28 milioni di euro a valere sul Fsc 2021-2027 (effettivamente assegnati, sempre secondo Openpolis, circa 5 milioni di euro).
Come si può vedere, la differenza tra risorse stanziate ed effettivamente concesse è cospicua e dunque nelle settimane a venire occorrerà una corsa contro il tempo per consumare quanto ancora rimane inutilizzato. Intanto vale la pena rammentare quanto già scriveva nella Relazione del maggio 2023 il ministero per i Rapporti con il Parlamento, che spiegava ritardi e criticità con squilibri tra offerta e domanda, investimenti non attrattivi, impreparazione del tessuto produttivo e altro ancora. Adesso si dovrà correre.
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