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Sanità digitale, farmacie in prima linea: l’80% offre già servizi di telecardiologia

23 Maggio 2025

Nel panorama della sanità digitale italiana, le farmacie del territorio si confermano presidi fondamentali di innovazione e prossimità. Secondo l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, presentata ieri nel convegno «Sanità Digitale: i germogli della trasformazione», ben l’80% delle farmacie dichiara di erogare servizi di telecardiologia, il 56% è interessato a offrire teledermatologia e il 44% guarda alla telepolisonnografia. Alla base di questa apertura verso la telemedicina, la volontà di rafforzare il ruolo del farmacista nella gestione della salute del cittadino (76%) e diventare punto di riferimento anche oltre la dispensazione del farmaco (83%).

I dati arrivano da un’indagine condotta su 849 farmacisti, realizzata in collaborazione con Federfarma e inserita nel più ampio studio dell’Osservatorio, che ha analizzato il livello di adozione delle tecnologie digitali in tutte le professioni sanitarie e nella cittadinanza. «Le farmacie territoriali» ha commentato Deborah De Cesare, direttrice dell’Osservatorio «potrebbero amplificare significativamente gli impatti della telemedicina, soprattutto nelle aree periferiche e rurali».

L’analisi dell’Osservatorio restituisce l’immagine di un Servizio sanitario nazionale (Ssn) in fase di transizione decisiva: nel 2024 gli investimenti in Sanità digitale hanno raggiunto i 2,47 miliardi di euro, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) cominciano a produrre risultati, soprattutto con l’avvio delle piattaforme di telemedicina, l’implementazione del Fascicolo sanitario elettronico 2.0 (Fse) e la digitalizzazione ospedaliera.

Nel dettaglio, il 52% dei medici di medicina generale (interviste con il supporto della Fimmg) e il 36% degli specialisti (in collaborazione con Amd, Ame, Fadoi, Homnya e Simfer) hanno effettuato televisite, mentre rispettivamente il 46% e il 30% ha utilizzato sistemi di telemonitoraggio. Tuttavia, l’uso di questi strumenti resta ancora sporadico e poco strutturato. Prevale ancora il ricorso a canali informali di comunicazione: 6 cittadini su 10 usano WhatsApp per contattare il medico.

Un altro ambito in forte espansione è l’Intelligenza artificiale (AI), utilizzata dal 46% dei Mmg, dal 26% degli specialisti e dal 19% degli infermieri (coinvolti in collaborazione con Fnopi). Si tratta in gran parte di AI generativa (GenAI), impiegata per la ricerca di informazioni scientifiche, la generazione di documenti e la gestione amministrativa: secondo l’Osservatorio, il risparmio potenziale annuo è di circa due settimane per i medici di famiglia e una per gli specialisti.

Tra i cittadini, il 31% ha già fatto uso di strumenti di GenAI e l’11% lo ha fatto per la salute. Cresce anche l’utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico: lo ha usato il 41% della popolazione e, tra questi, il 60% ha già espresso il consenso al trattamento dei dati. Una percentuale destinata a salire, visto che un ulteriore 25% si dichiara pronto a dare il consenso per facilitare la condivisione della propria storia clinica.

L’Osservatorio, però, mette in guardia: nonostante i segnali positivi, la pressione sul sistema sanitario non si è attenuata. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle cronicità e la domanda di cure a lungo termine richiedono un cambio di paradigma. «Serve una trasformazione radicale dei processi – ha avvertito Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio – che bilanci efficienza, efficacia e soddisfazione degli attori coinvolti».

Una visione condivisa da Chiara Sgarbossa, direttrice dell’Osservatorio, che ha sottolineato come alla spinta tecnologica debba affiancarsi un altrettanto deciso cambiamento organizzativo e culturale, per evitare che gli investimenti del Pnrr si rivelino «un’opportunità effimera». Fondamentale, infine, il ruolo della cybersecurity, indicata come ambito di innovazione prioritario dal 69% delle strutture sanitarie (dati in collaborazione con Fiaso), seguita dalla cartella clinica elettronica, dalla telemedicina e dai sistemi di integrazione informativa.

In questo contesto, le farmacie – che già oggi dimostrano di essere nodi strategici nella rete di assistenza digitale – possono rappresentare un modello da rafforzare e replicare, per rendere la sanità italiana sempre più accessibile, efficace e moderna.