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Stada Health Report 2025, farmacia presidio di fiducia per gli europei

27 Giugno 2025

Nonostante l’avanzata dell’intelligenza artificiale e la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria, il bisogno di un contatto diretto con un professionista della salute continua a essere fortemente sentito dai cittadini europei. E spesso la risposta più pronta a questo bisogno arriva dalla farmacia. È uno dei dati chiave dell’edizione 2025 dello Stada Health Report, presentato nei giorni scorsi a Berlino, che fotografa aspettative, fiducia e comportamenti di oltre 32mila cittadini in 22 Paesi.

Per una quota significativa della popolazione – il 40% – il consiglio del farmacista resta una componente essenziale nella gestione della propria salute. In alcuni Paesi, come Portogallo e Serbia, questa percentuale sale al 48%. Anche l’accesso immediato al prodotto o al servizio necessario rafforza il legame con il canale fisico: quattro europei su dieci dichiarano di sentirsi rassicurati dal sapere che possono contare sulla farmacia più vicina quando ne hanno bisogno. In nazioni come la Repubblica Ceca (53%) o la Bulgaria (50%), la farmacia è percepita come una vera e propria “one-stop shop” per ogni esigenza sanitaria.

A muovere il cittadino verso la farmacia non è solo la necessità, ma anche il rapporto umano: il 28% dice di rivolgersi a questi professionisti perché li conosce e si fida. In Spagna questa fiducia sale al 44%, seguita da Irlanda (43%), Belgio e Portogallo (41%). Il contatto personale è talmente rilevante da spingere molti a preferire l’acquisto in farmacia anche per motivazioni etiche: in Germania (35%) e in Austria (27%) è diffusa l’idea di sostenere i commerci locali; per il 17% dei cittadini europei è questo il primo motivo per non rivolgersi all’online.

Eppure, la farmacia resta anche un presidio di riservatezza: il 17% dei cittadini afferma di acquistare localmente per evitare tracce digitali, il 14% cerca consigli su tematiche sensibili e un altro 14% è attratto da promozioni e programmi fedeltà. Solo il 5% dichiara di non frequentare farmacie fisiche.

Se la farmacia comunitaria si consolida come riferimento stabile e rassicurante, a livello più ampio cresce l’attenzione del cittadino verso il proprio stato di salute. Il 66% afferma di sottoporsi ad almeno alcune visite di prevenzione e screening, mentre uno su cinque partecipa a tutti i controlli disponibili. È un salto di cinque punti rispetto al 2023, spinto soprattutto dalle donne e dagli over 55. I Paesi Bassi guidano questa tendenza, con il 79% degli intervistati impegnato nella prevenzione, e il 42% che dichiara di aderire a tutti i programmi previsti.

Le motivazioni? Il 55% considera i controlli una scelta saggia e necessaria, mentre il 50% li associa alla tranquillità di sapere che tutto è sotto controllo. Tuttavia, se da un lato il 96% afferma di ritenere importante uno stile di vita sano, solo il 51% ritiene di riuscire a metterlo in pratica. A frenare il cambiamento sono vari fattori: la mancanza di motivazione (41%), ma anche barriere economiche e disagio mentale. L’aspetto economico è determinante: chi ha difficoltà finanziarie dichiara di riuscire a condurre una vita sana solo nel 36% dei casi, contro il 58% di chi vive senza preoccupazioni materiali.

Anche la salute mentale incide profondamente. In media, il 64% degli europei definisce il proprio stato psicologico come buono, con punte dell’84% in Romania e dell’80% in Bulgaria. Ma il 66% riferisce di aver sperimentato almeno una volta sintomi di burnout, soprattutto tra le donne (71%) e i giovani sotto i 35 anni (75%). Il divario è netto: chi ha una salute mentale compromessa ha tre volte meno probabilità di condurre una vita sana (19%) rispetto a chi si percepisce in equilibrio (62%). E solo un europeo su cinque crede che il proprio sistema sanitario consideri allo stesso modo benessere fisico e mentale.

Sul fronte della fiducia, i professionisti in carne e ossa tengono testa alla tecnologia. I medici di medicina generale restano i più affidabili (69%), seguiti dai farmacisti (58%), molto distanti da Google (20%), dall’AI (15%) e dagli influencer della salute (11%). La propensione verso l’intelligenza artificiale, comunque, è in crescita: il 39% degli europei dice di essere pronto a usarla per consigli medici, e un altro 25% è disposto ad aprirsi a questa possibilità in futuro. I più favorevoli si trovano nei Paesi scandinavi – Danimarca (48%) e Svezia (47%) – e citano come principali vantaggi l’accessibilità e la comodità.

Tuttavia, come sottolinea lo stesso rapporto, l’interazione personale resta un elemento decisivo per costruire fiducia e facilitare l’autogestione della salute. «I medici e i farmacisti» commenta Peter Goldschmidt, Ceo di Stada «continuano a essere gli attori chiave in questo processo. Condividendo i risultati dello Stada Health Report 2025 con tutti gli stakeholder della sanità, possiamo contribuire a decisioni migliori e a un’assistenza più vicina ai reali bisogni delle persone».