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Tamponi, ieri il lunedì più intenso ma le farmacie hanno tenuto la ripresa

11 Gennaio 2022

Le nuove regole su green pass base e “rafforzato” entrate in vigore da ieri? A prima vista sembrano avere sfoltito le code per tamponi che ormai stazionano in permanenza davanti alle farmacie, ma l’effetto si è avvertito poco perché hanno fatto da contrappeso le disposizioni adottate in alcune regioni che, per sgravare Asl e laboratori, hanno dirottato sull’antigenico in farmacia la certificazione dell’uscita dall’isolamento o dalla quarantena. E’ il bilancio con cui si è chiusa la giornata di ieri, lunedì 10 gennaio, considerata da molti il primo banco di prova di quello che aspetterà le farmacie da qui in avanti dopo le stressanti giornate delle festività di fine anno e la riapertura delle scuole. Bastino due numeri per esemplificare: ad agosto, prima settimana del mese, le farmacie avevano erogato circa 680mila tamponi; nella prima settimana del 2022, dal 3 al 9 gennaio, ne sono stati effettuati circa 3,6 milioni.

In apparenza la ripresa di ieri sembra essere stata “soft”: quasi 384mila antigenici erogati nella giornata secondo i dati ufficiali (un 80% dei quali – assicura Federfarma – arriva mediamente dalle farmacie), parecchio sotto i 705mila del 9 gennaio o i 903mila dell’8. Però era lunedì, e se il confronto è con lo stesso giorno delle settimane precedenti le cose cambiano: 289mila tamponi il 3 gennaio, 230mila il 27 dicembre, 234mila il 20. Insomma, un lunedì ben più impegnativo del solito.

E’ strato così per esempio in Lombardia, dove dal 5 gennaio è in vigore la delibera regionale che consente il solo antigenico per certificare la positività (con invio al medico), il fine isolamento (nel caso dei contatti stretti) e il fine quarantena (malattia). «Ieri le code sono state consistenti» osserva la presidente di Federfarma regionale, Annarosa Racca «con una quota di giovani più cospicua che nelle settimane precedenti, almeno a prima vista. In tantissimi, comunque, erano contenti di potersi rivolgere alla farmacia vicino a casa piuttosto che all’Asl o al drive through».

Molti occhi erano puntati sull’Emilia Romagna: la Regione, infatti, è una di quelle che da lunedì non chiede più il tampone molecolare ma soltanto l’antigenico per chiudere isolamenti e quarantene e alla vigilia erano in molti a temere che la disposizione avrebbe scaricato sulle farmacie valanghe di assistiti. Al punto che sabato, l’Asl di Reggio Emilia aveva diffuso una comunicazione in cui invitava i cittadini a «non prendere d’assalto» i presidi dalla croce verde. «E’ stata una giornata particolarmente impegnativa ma le farmacie hanno retto» è il bilancio del presidente di Federfarma Emilia Romagna, Achille Gallina Toschi «per alcune ore abbiamo avuto problemi anche con la piattaforma dove registriamo l’esito dei test, probabilmente per un sovraccarico di accessi. La Regione ha promesso che farà qualche intervento tecnico già dai prossimi giorni».

Tra le altre regioni che – per snellire le code davanti a laboratori e strutture sanitarie – hanno demandato al tampone in farmacia la conferma della positività o il fine malattia/quarantena c’è anche il Lazio: in caso di antigenico negativo in soggetti sintomatici, in particolare, basta confermare con un secondo antigenico a distanza di 2-4 giorni, che sarà sufficiente anche a valutare il fine isolamento per i malati da covid.

Semplificazione anche in Toscana: una delibera approvata ieri e in vigore dal giorno stesso consente all’assistito di uscire dall’isolamento per malattia o quarantena con «l’attestazione di negatività del tampone antigenico rapido», senza dover attendere la certificazione dell’Asl. «L’intervento» commenta il presidente della Regione Eugenio Giani «si inserisce nel processo di velocizzazione delle procedure di comunicazione delle misure di isolamento e di guarigione che coinvolgono tantissimi cittadini».

In vigore da ieri, infine, anche la delibera della Regione Liguria che delega agli antigenici in farmacia la certificazione del fine isolamento. «La Regione avrebbe voluto farci attestare anche il fine quarantena» spiega a FPress la presidente di Federfarma Liguria, Elisabetta Borachia «ma noi abbiamo preferito declinare. Troppo alto il rischio che nelle farmacie entrino dei positivi». «Voglio ringraziare i farmacisti per la disponibilità dimostrata» ha commentato il presidente della Liguria, Giovanni Toti «fondamentale per la capillarità delle farmacie su tutto il territorio così da semplificare la vita dei cittadini ed evitare spostamenti più lunghi a chi deve accertare la propria guarigione».

Chiudiamo tornando in Emilia Romagna, dove la giunta ha annunciato per lunedì prossimo una nuova delibera che consentirà ai vaccinati con almeno due dosi di sottoporsi ad autotest in caso di sintomi sospetti e, se positivi, certificare la malattia online e mettersi subito in isolamento. Un vero e proprio dietro front normativo, visto che finora la Regione era stata l’unica a vietare la vendita degli stessi autotest nelle farmacie. «Questa novità ci lascia molto perplessi e lo abbiamo già detto» commenta Gallina Toschi «è vero che la platea cui si rivolge il provvedimento è ristretta, ma i rischi di errori o abusi ci sembrano troppo forti».