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Da Integratori & Salute report sul valore della filiera per il sistema-Paese

2 Luglio 2025

Il settore degli integratori alimentari si conferma una colonna portante dell’economia italiana, con un impatto che va ben oltre la salute dei consumatori. Lo evidenzia un’analisi condotta da Integratori & Salute, l’associazione di riferimento del comparto aderente a Unione Italiana Food, in collaborazione con PwC Italia. Lo studio, inedito nel suo genere, misura l’effetto economico e occupazionale degli integratori nel 2023, aggregando i bilanci di oltre 15mila società attive nei canali farmacia, parafarmacia e grande distribuzione organizzata, oltre ai dati delle aziende associate che producono o distribuiscono integratori in Italia e all’estero.

Le cifre parlano chiaro: le vendite di integratori nel 2023, nei tre canali analizzati, hanno raggiunto i 4.091 milioni di euro (IVA esclusa). A partire da questa base, il comparto ha contribuito a generare 4.626 milioni di euro di prodotto interno lordo, suddivisi in 4.072 milioni di valore aggiunto e 554 milioni di IVA. Un risultato che non si limita al punto vendita ma coinvolge le filiere di approvvigionamento e il potere d’acquisto generato dai salari del settore.

A livello diretto, farmacie, parafarmacie e Gdo hanno prodotto 911 milioni di euro di valore aggiunto grazie alla vendita di integratori. Le imprese associate a Integratori & Salute, che coprono la maggior parte della domanda interna, hanno fatturato 2.754 milioni di euro, inclusi i ricavi da esportazione, e generato 781 milioni di euro di valore aggiunto. Il gettito fiscale totale generato dal settore nel 2023 ha superato il miliardo: 1.099 milioni di euro.

Un altro aspetto significativo dell’analisi riguarda l’occupazione, in particolare quella femminile. Secondo lo studio, il settore degli integratori ha sostenuto complessivamente 51.719 unità lavorative annue (Ula), tra diretti, indiretti e indotti, di cui 25.805 donne, pari al 50% della forza lavoro, ben al di sopra della media nazionale del 42%. La presenza femminile raggiunge il 77% nelle farmacie, parafarmacie e Gdo coinvolte nella vendita al dettaglio (8.696 Ula), mentre nella produzione e distribuzione rappresenta il 53% (3.000 Ula). Anche tra i fornitori e altri attori della filiera, la quota femminile rimane rilevante: 41% su un totale di 14.109 Ula.

Il presidente di Integratori & Salute, Germano Scarpa, sottolinea la solidità e la maturità del comparto: «Il settore degli integratori evidenzia dinamiche positive nel fatturato, nella produzione, nell’occupazione e negli investimenti. È un mercato solido e maturo dove il consumatore mostra sempre più fiducia verso l’utilizzo di questi prodotti, li prende con frequenza e anche con metodo perché è convinto che attraverso il consumo possa mantenere con maggior facilità il proprio stato di salute». Scarpa aggiunge che «farmacia e parafarmacia rimangono i punti di riferimento privilegiati per l’acquisto di integratori alimentari, a dimostrazione di un consumo consapevole, guidato dai professionisti della salute: più dell’80% dei prodotti sono acquistati in questi canali».

Infine, i rapporti tra grandezze economiche e ricadute reali danno la misura dell’efficienza del comparto: ogni milione di euro speso nel retail degli integratori genera in media 1,13 milioni di euro di Pil, contribuisce per 270mila euro al gettito fiscale e sostiene l’equivalente di 12,7 lavoratori all’anno. Un moltiplicatore che conferma il valore strategico del settore per l’intero sistema Paese.