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Rapporto Osmed, nel 2017 spesa per classe C +8,8%, classe A -1,7%

13 Luglio 2018

Nel 2017 la spesa farmaceutica territoriale del Ssn ha sfiorato i 13 miliardi di euro, per un calo del 6,5% rispetto all’anno prima. La contrazione va addebitata sia alla distribuzione diretta-dpc, che perde il 13,7% e si ferma a 4,8 miliardi di euro, sia alla spesa convenzionata netta (quella che passa dalle farmacie del territorio), che nell’anno passato mostra un calo dell’1,7% e si attesta a 8,1 miliardi. Sono alcuni dei numeri che arrivano dal Rapporto Osmed 2017, la pubblicazione con cui l’Aifa fotografa di anno in anno i consumi farmaceutici degli italiani. Presentato ieri a Roma, il volume conferma dinamiche ed evoluzioni già note, a partire dalla crescita della spesa farmaceutica privata, quella cioè sostenuta dagli assistiti di tasca propria: nel 2017 ha raggiunto la quota di 8,8 miliardi di euro, in aumento del 7,1% rispetto al 2016; hanno contribuito all’incremento la spesa per medicinali per automedicazione (+12,4%) e per i farmaci di classe C con ricetta (+8,8%), mentre la spesa per compartecipazioni è rimasta pressoché stabile (+0,6%). Quest’ultimo valore, tuttavia, è una somma algebrica: i ticket versati dagli italiani su ricette e confezioni calano del 3,7%, le compartecipazioni sulla quota di rimborso per l’acquisto di equivalenti aumentano invece del 2,8% (ed è un dato di cui bisognerà tenere conto, viste le recenti dichiarazioni del ministro Grillo sulla necessità di incentivare l’uso dei generici).

Oltre a calare a valori, la spesa farmaceutica convenzionata mostra una contrazione anche nei volumi, sebbene più contenuta: nel 2017 le confezioni erogate dalle farmacie del territorio si riducono rispetto all’anno prima dello 0,7% e si fermano a 1,1 miliardi. Se ne ricava una riduzione del prezzo medio dei farmaci di classe A (-2,4%) che per l’Aifa è «collegato in parte alla crescita dell’utilizzazione di medicinali a brevetto scaduto, in parte al potenziamento dell’erogazione di medicinali attraverso i canali alternativi della distribuzione e, infine, a uno spostamento della prescrizione verso specialità più costose (effetto mix: +1,1%)».

Di estremo interesse anche la scomposizione dei consumi per fascia di età: la popolazione con più di 64 anni assorbe oltre il 60% della spesa convenzionata e oltre il 65% delle dosi definite. In particolare, un individuo di età compresa tra i 65 e i 74 anni consuma mediamente 2,6 dosi di farmaci al giorno, e quando supera i 74 anni le dosi diventano 3,5. Nella popolazione pediatrica si registra una prevalenza d’uso in media di circa il 50%, che oscilla tra oltre il 70% nei bambini con età tra i 0 e 4 anni e il 38,7% nella fascia 10-14 anni. Forti variazioni nei consumi anche in base al sesso: in media, assume medicinali poco più del 70% delle donne, tra gli uomini invece non si supera il 62%. La forbice, come mostra il grafico, comincia ad aprirsi nella fascia 15-19 anni e si richiude soltanto in quella 74-79 anni.