Grazie a un rallentamento della crescita concentrato negli ultimi mesi del 2024, la spesa farmaceutica Ssn per gli acquisti diretti chiude l’anno con uno scostamento di 3,6 miliardi, pari all’11% del Fondo sanitario nazionale ( e a fronte di un tetto di spesa programmato dell’8,3%). È quanto fa sapere l’Aifa in un comunicato che commenta l’ultimo report dell’Agenzia sul monitoraggio della spesa farmaceutica. «Considerato lo spostamento di diversi medicinali dal Fondo per gli innovativi a quello degli acquisti diretti» scrive l’Aifa «il trend di spesa è comunque in linea con quello degli anni precedenti e con quelli rilevati in tutti i Paesi avanzati».
L’analisi, che risentono della provvisorietà dei dati inviati da alcune Regioni, evidenza una notevole divaricazione della spesa a livello territoriale: la Lombardia è la più virtuosa, con una spesa per acquisti diretti che si ferma al 9,18% del proprio Fondo sanitario, la Campania invece è la peggiore con una spesa pari al 13,12%. Sotto al 10% si collocano anche Valle D’Aosta e Provincia autonoma di Trento, mentre superano la soglia del 12% anche Sardegna, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Abruzzo.
La spesa farmaceutica convenzionata, dal canto suo, fa registrare un avanzo di 651 milioni rispetto al tetto di spesa programmato, che nel 2024 valeva il 6,8% del Fsn. Rispetto al 2023 risulta un incremento di 159 milioni, da addebitare principalmente all’aumento dei consumi (oltre sette milioni di ricette in più, +1,3% rispetto al 2023).
La spesa farmaceutica complessiva (convenzionata, acquisti diretti e gas medicinali) si è attestata nel 2024 a 23,2 miliardi, per uno sfondamento sul tetto di 2,9 miliardi.