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Spesa farmaci, i dati Aifa fanno scattare l’allarme anche sulle ricette

20 Ottobre 2018

Per le farmacie del territorio non arrivano buone notizie dall’ultimo report dell’Aifa sulla spesa farmaceutica Ssn. Pubblicato ieri sul sito dell’Agenzia, il rapporto poggia sui dati relativi ai primi sei mesi dell’anno e comincia dunque a fornire un’immagine di quello che probabilmente sarà il consuntivo di fine anno. E così, all’allarme scattato già da tempo sulla spesa convenzionata – che si mantiene una perdita del 5% sull’anno precedente – se ne accende ora un secondo, sulle ricette Ssn. Al giro di boa di metà anno, infatti, l’Aifa conta tre milioni di ricette in meno sullo stesso periodo del 2017, per una differenza (in negativo) dell’1%. Lo stesso gap era già stato registrato dal report del primo trimestre (-1,1%) ma la finestra di osservazione troppo ristretta e il recupero di aprile (quando la differenza tra i due anni si ridusse allo 0,8%) mitigarono ogni preoccupazione. Ora però le rilevazioni coprono un intero semestre e le ricette mancanti rispetto al 2017 tornano a essere l’1% del totale, un valore che è opportuno mettere sotto sorveglianza perché tre milioni in ricette in meno significa tre milioni di ingressi perduti, almeno sulla carta.

 

Se poi si sposta l’attenzione sui valori regionali, diventa ancora più evidente che in alcune regioni l’allarme è quanto mai giustificato: non è il caso di Lombardia, Emilia-Romagna e Umbria dove i volumi rimangono sostanzialmente invariati (anzi, crescono di pochi decimi di punto), lo è invece nelle Marche o in Puglia dove il calo delle ricette arriva rispettivamente al 6,4 e al 3,2%.

 

Rimane invece invariato, come si diceva, il gap della convenzionata netta: nel primo semestre la spesa ammonta a poco più di 4 miliardi di euro, per una perdita di circa 211 milioni rispetto allo stesso periodo del 2017 (-5%, mentre ad aprile era il -5,1%). Anche in questo caso, dietro al valore nazionale c’è una variegata mappa che evidenzia forti distanze tra le singole regioni: Lombardia e Val d’Aosta sono le uniche a contenere la perdita sotto il punto percentuale (vedi tabella), Marche e Puglia sono quelle che mostrano i decrementi più forti (-12,5 e -9,66%).

 

Ancora più eterogenea la mappa che riguarda la distribuzione diretta-dpc: complessivamente, nel primo semestre la spesa supera i 2,3 miliardi di euro, con una perdita di oltre 165 milioni sul 2017 (-6,6%). Ma in Liguria e Piemonte cresce rispettivamente dell’11,8 e dell’11,3%, in Toscana e provincia di Trento cala del 24 e del 22,8%. Nessuna novità, infine, dalla spesa per acquisti diretti (ospedaliera più diretta-dpc), la sola che continua a crescere: al giro di boa di giugno, le uscite ammontano a poco più di 5 miliardi di euro, per uno sfondamento di oltre 1,2 miliardi sul tetto di spesa del 6,89%.