mercato

Spesa farmaci: Lombardia continua a credere e investire nella farmacia

20 Luglio 2022

La Lombardia è l’unica Regione che – rispetto ai propri tetti di spesa – aggiunge risorse extra alla distribuzione dei farmaci nelle farmacie del territorio anziché in quella di Asl e ospedali. Lo rivela il report con cui l’Aifa fornisce il consuntivo della spesa farmaceutica Ssn per il 2021: la convenzionata chiude l’anno a poco meno di 7,6 miliardi di euro, in calo di 32,6 milioni rispetto all’anno precedente. Le ricette crescono del 2,2% e lo stesso incremento fanno registrare le ddd (dosi definite die) dispensate

 

 

Nella convenzionata le Regioni che sfondano sono sette e tra queste la Lombardia, che destina alla distribuzione tramite il canale delle farmacie uno 0,27% in più (quasi 54,5 milioni di euro) del tetto assegnato (il 7% del Fondo sanitario). È una linea diametralmente opposta a quella perseguita da Regioni come Emilia Romagna, Veneto, Toscana o Piemonte, che invece sulla convenzionata fanno addirittura la “cresta”, cioè spendono molto meno del budget ricevuto: il 5,14% nel caso dell’Emilia Romagna, il 5,32% il Veneto, il 5,64 e il 5,74% la Toscana e il Piemonte.

 

 

I rapporti si invertono quando si passa ad analizzare la spesa per gli acquisti diretti, cioè ospedaliera più distribuzione diretta-dpc: qui la Lombardia è la sola Regione – oltre alla piccola Val d’Aosta – che rimane nel budget assegnato, perché spende lo 0,15% in meno del tetto (7,65%) e registra quindi un piccolo avanzo (30 milioni di euro).

Anche in questo caso, è stridente il contrasto con le Regioni di cui s’è detto prima: l’Emilia Romagna spende per la distribuzione da Asl e ospedali il 2,5% in più del budget assegnato (231 milioni), il Veneto l’1% (108 milioni), la Toscana il 2,31% (176 milioni), il Piemonte quasi l’1,5% (133 milioni).

È la fotografia di scelte di fondo quanto mai differenti: la Lombardia, che ha già dimostrato innumerevoli volte di credere nelle farmacie del territorio perché la loro prossimità agevola l’accesso al farmaco da parte dei cittadini, investe nella distribuzione convenzionata (aggiungendo del suo al budget che discende dal Fondo sanitario nazionale) e si limita a rispettare scrupolosamente il tetto riguardante la distribuzione tramite Asl e ospedali.