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Studio francese, carenze e irreperibilità aumentano il rischio di errori terapeutici

12 Ottobre 2022

Tra le tante ricadute innescate da carenze e irreperibilità dei farmaci, c’è anche un incremento degli errori prescrittivi in cui incorrono i medici. Lo rivela uno studio francese pubblicato il 29 settembre sul British Journal of Clinical Pharmacology: i ricercatori hanno preso in considerazione 462 casi registrati nel database della farmacovigilanza francese tra il 1985 e il 2019, in cui si fa menzione di una carenza di farmaci. Nell’11% degli episodi sono stati rilevati errori farmacologici intervenuti per lo più nella fase di somministrazione. Di questi, tre hanno determinato situazioni pericolose per la vita e quattro hanno avuo esito fatale.

Nel complesso, riassume un articolo del Pharmaceutical Journal che dà conto dello studio, i ricercatori hanno scoperto che le carenze sono aumentate nel tempo con una netta accelerazione dal 2010 al 2019, con il numero più alto di casi (114) segnalato in quest’ultimo anno.

«Una carenza di farmaci può portare alla sostituzione del prodotto non disponibile con un’alternativa terapeutica» scrivono gli autori «tuttavia, questa alternativa può avere imballaggio, etichettatura, dosaggio diversi e talvolta una diversa via di somministrazione, che può aumentare il rischio di un errore terapeutico».

I risultati dello studio, concludono gli autori, dimostrano quali impatti hanno carenze e indisponibilità in termini di adr, errori terapeutici e inefficienza. «Queste osservazioni sottolineano l’importanza di un programma di politica sanitaria globale per limitare il verificarsi di carenza di farmaci e rafforzare le informazioni fornite ai pazienti e agli operatori sanitari in questo contesto per limitare il rischio».