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Tradelab: farmacista prescrittore, dai medici apertura condizionata

23 Ottobre 2025

Soltanto il 37% dei medici resta convinto che la prescrizione debba rimanere una loro competenza esclusiva, mentre il restante 63% esprime qualche apertura nei confronti della figura del farmacista prescrittore. È uno dei dati che emergono dall’edizione 2025 di Generation Next, la survey di TradeLab che mette a confronto le giovani generazioni sui temi legati alla salute e alla farmacia. Presentata ieri a Milano, l’indagine ha proposto quest’anno due “supplementi” di ricerca diretti a esplorare opinioni e umori degli italiani (con un campione di seimila persone, intervistate in quattro passaggi) e dei medici (mille curanti tra mmg, pediatri e specialisti).

Per quanto concerne questi ultimi, i risultati confermano che sul territorio medico di famiglia e farmacista sono due figure che si cercano e si parlano spesso: alla domanda «Quali sono i professionisti sanitari con cui si interfaccia più spesso nella gestione dei suoi pazienti», infatti, le risposte dei medici citano nel 31% dei casi lo specialista ospedaliero e nel 26% il medico di medicina generale e il farmacista territoriale, a pari merito. Quanto ai contenuti della relazione con il farmacista, il 24% dei rispondenti cita scambi di tipo burocratico-amministrativo, il 18% di collaborazione nella gestione del paziente cronico (aderenza alla terapia, continuità assistenziale eccetera) e il 16% di supporto all’educazione del paziente.

Cronicità e continuità delle cure, in particolare, sono anche la leva per cui molti medici non esprimono una chiusura preconcetta alla figura del farmacista prescrittore. Di quel 63% che – come detto – lascia aperta la possibilità, il 28% la accetterebbe soltanto per proseguire le terapie già prescritte dal medico e il 25% solo per patologie minori o disturbi lievi. Quanto ai vantaggi che ne deriverebbero, il 28% dei medici cita l’alleggerimento del carico di lavoro (per esempio nel caso dei rinnovi di ricetta), il 25% indica una riduzione dell’automedicazione inappropriata e il 24% un miglioramento dell’aderenza e della continuità terapeutica.

«Dalla ricerca» ha commentato Andrea Parachini, Business development manager di TradeLab «emerge netta l’evidenza che la collaborazione tra medici di famiglia e farmacista è frequente e intensa, soprattutto sul fronte della continuità delle terapie; non a caso, la richiesta principale che arriva dalle due categorie e quella di disporre di strumenti tecnologici che consentano l’invio e lo scambio di informazioni».

Tra gli ospiti della giornata la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca, che ha ricordato il contributo che le farmacie assicurano al Ssn. «Con la farmacia dei servizi siamo entrati in pianta stabile all’interno del sistema di cure» ha detto «dove recitiamo un ruolo sempre più importante come dimostra la recente delibera della Regione che ha allargato le vaccinazioni autorizzate in farmacia. Nei primi nove mesi di quest’anno gli esercizi lombardi hanno erogato più di 13.200 prestazioni di telemedicina erogate in regime convenzionato, cui vanno aggiunte le quasi 100mila telerefertazioni assicurate in regime privato nel primo semestre».