Farmacista prescrittore, primo app4roccio in farmacia per le patologie di monore complessità, dispensazione urgente anche senza ricetta nei turni di notte. C’è parecchia Inghilterra nel Progetto per la farmacia del futuro che l’Abda (Bundesvereinigung deutscher apothekerverbände, la Federazione delle associazioni dei farmacisti tedeschi) ha elaborato per avviare con il Governo un confronto su una riforma del servizio farmaceutico. Approvato il 9 aprile dal direttivo dell’associazione, il “Zukunftskonzept” (letteralmente: “concetto per il futuro”) propone una riorganizzazione radicale delle competenze professionali e dei compiti assistenziali del farmacista, nella prospettiva di rafforzare l’efficienza del sistema sanitario e garantire l’accesso alle cure.
Un primo obiettivo è assicurare ai cittadini un accesso più semplice e tempestivo ai medicinali, anche in presenza di barriere burocratiche o carenze di prodotto. L’Abda chiede che venga ripristinata la possibilità, introdotta in via eccezionale durante la pandemia, di sostituire i medicinali indisponibili con equivalenti terapeutici (aut-simile) o con lo stesso principio attivo (aut-idem), a discrezione del farmacista.
Inoltre, nei casi in cui pazienti cronici siano rimasti senza scorte del proprio trattamento, le farmacie dovrebbero poter erogare direttamente una confezione di farmaco già prescritto in precedenza, per evitare interruzioni nella terapia.
Il documento propone anche la fornitura senza ricetta, secondo protocolli prestabiliti, di farmaci soggetti a prescrizione per semplici disturbi acuti, come le infezioni delle vie urinarie o la congiuntivite.
Tra le misure più innovative figura la possibilità per le farmacie di dispensare, durante il servizio notturno o festivo, determinati farmaci da banco a carico dell’assicurazione sanitaria (Gkv, Gesetzliche Krankenversicherung) per bambini con disturbi acuti, anche in assenza di prescrizione medica. L’obiettivo è alleggerire i pronto soccorso pediatrici e garantire ai genitori un punto di accesso immediato all’assistenza, soprattutto nei momenti in cui il medico di base non è disponibile.
Le farmacie vengono immaginate come punto di riferimento anche nella gestione dei pazienti affetti da patologie croniche. Per alcune condizioni stabili e per specifici medicinali, l’Abda propone che il farmacista possa estendere la terapia già avviata con una nuova dispensazione senza bisogno di una nuova prescrizione. A questo si aggiungerebbero servizi collaterali, come sistemi di promemoria per il rinnovo delle ricette, il controllo dell’efficacia della terapia e l’adesione del paziente al trattamento prescritto.
Nel documento, l’Abda individua un ampio potenziale per le farmacie anche nella prevenzione. Si fa esplicito riferimento a vaccinazioni, attività di screening e monitoraggio, nonché consulenze su stili di vita e rischi specifici – come il fumo – per intervenire precocemente e ridurre la necessità di cure più invasive o costose.
Una delle sezioni più concrete del piano riguarda il potenziamento della sicurezza terapeutica. Il riferimento è all’esperienza positiva del progetto Armin (Arzneimittelinitiative Sachsen-Thüringen), che ha coinvolto medici e farmacisti nella gestione condivisa della terapia farmacologica. Il progetto ha dimostrato, dati alla mano, che un approccio interprofessionale può portare a risultati tangibili: la mortalità dei pazienti coinvolti si è ridotta del 16%. Per l’ABDA, quella tracciata da ARMIN è la strada da seguire.
Il documento individua nel farmacista una figura chiave per rafforzare l’aderenza terapeutica, soprattutto nei primi tempi di una nuova cura cronica. Attraverso consulenze strutturate, attività di monitoraggio e strumenti di reminder, le farmacie potrebbero aiutare il paziente ad avviare correttamente il trattamento e a mantenerlo nel tempo, con evidenti benefici clinici e sistemici.
Secondo l’Abda, le farmacie sono già protagoniste della digitalizzazione sanitaria. Il piano propone di amplificarne il ruolo: accompagnare i pazienti nell’uso della cartella clinica elettronica (ePA) e del piano terapeutico digitale (eMP), migliorarne la consapevolezza nell’uso delle tecnologie sanitarie e garantirne l’accesso informato a fonti di informazione indipendenti. In una sanità sempre più digitale, il farmacista viene quindi visto come guida affidabile e punto di riferimento.
Il fine dichiarato del Zukunftskonzept non è soltanto quello di dare un nuovo orizzonte professionale alle farmacie, ma anche quello di rafforzare la coesione sociale, migliorare la qualità dell’assistenza e garantire l’equità nell’accesso alle cure. «L’accesso paritario di tutti i cittadini all’assistenza sanitaria rafforza la fiducia nel sistema e contribuisce alla stabilità sociale nei tempi di crisi», si legge nel documento.
Per realizzare il progetto, avverte l’Abda, sarà essenziale la collaborazione tra professioni sanitarie, il sostegno delle istituzioni e una forte volontà politica. Le farmacie sono pronte a partecipare attivamente alla trasformazione del proprio ruolo e a elaborare proposte operative, ma spetta alla politica creare le condizioni normative ed economiche necessarie.
Tra queste, spicca la richiesta di un adeguato sistema di remunerazione: «Le farmacie territoriali, da anni sottofinanziate, non sono attualmente nelle condizioni di sostenere nuovi compiti», avverte l’associazione. Non solo va rivisto il compenso attuale, ma vanno definite tariffe eque anche per le prestazioni aggiuntive previste dal piano.