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Dpc, recapito, vaccini: le proposte agrodolci di Cittadinanzattiva

4 Giugno 2020

Vanno semplificate al massimo «le procedure con cui i malati cronici possono ottenere in farmacia i medicinali e i presidi sanitari solitamente distribuiti nelle strutture pubbliche», anche attraverso il perseguimento di una distribuzione per conto «omogenea». E per le terapie normalmente distribuite in modalità diretta attraverso le farmacie ospedaliere, va favorita «la consegna al domicilio da parte di personale preparato che garantisca la funzione di counseling farmacologico, così come va agevolato «il recapito a casa di farmaci e presidi sanitari» attraverso partnership e protocolli anche con enti del terzo settore».

Sono alcune delle proposte presentate da Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, nell’audizione di lunedì scorso davanti alla Commissione parlamentare per la semplificazione, nella cornice dell’indagine che il gruppo di lavoro sta conducendo sui servizi e sulla digitalizzazione del Ssn. Nell’insieme, il pacchetto di misure formulato dall’associazione rivela un sapore “agrodolce” per le farmacie del territorio, che apprezzeranno immediatamente alcune proposte e storceranno la bocca davanti ad altre.

Tra gli interventi graditi c’è certamente il rafforzamento della dpc in antitesi alla distribuzione diretta, con l’obiettivo di ridurre fastidi e spostamenti ai pazienti più fragili e con l’avvertenza di omogeneizzarne regole e modalità. E c’è l’allargamento delle vaccinazioni a «luoghi alternativi ai centri vaccinali», in modo da consentire a medici di famiglia e pediatri di operare anche «presso le farmacie, le scuole e i luoghi di lavoro». Spicca poi la richiesta di «potenziare i servizi di telemedicina per garantire la continuità delle cure» (non si fa cenno alla farmacia dei servizi ma l’apertura rappresenta comunque un invito) e più in generale c’è l’invito a «rafforzare l’assistenza territoriale con il riconoscimento di un ruolo più centrale a medici di famiglia, pediatri e farmacie».

Poi però ci sono altre proposte che i farmacisti titolari faranno più fatica a sottoscrivere. Per esempio, quella che suggerisce di istituire un servizio di consegna a domicilio per i farmaci e le relative terapie normalmente distribuiti in modalità diretta dalle farmacie ospedaliere, con «personale preparato che garantisca la funzione di counseling farmacologico» (farmacisti? infermieri?). E troverà parecchi critici anche l’idea di intensificare l’home delivery di farmaci e presidi sanitari «stipulando partnership e protocolli anche con enti del terzo settore (volontariato, ndr)». Ancora meno sostenitori, infine, troverà la proposta di «delocalizzare le terapie» attraverso la «somministrazione di farmaci al di fuori degli ospedali, utilizzando le diramazioni territoriali delle Asl o il domicilio del paziente».

Serviranno approfondimenti, intanto però sulle misure presentate da Cittadinanzattiva nell’audizione è già piombato il plauso di Federfarma: «Ringrazio Antonio Gaudioso» ha dichiarato il presidente nazionale, Marco Cossolo «per avere ancora una volta evidenziato la necessità di semplificare al massimo le procedure con cui i malati cronici possono ottenere direttamente in farmacia anche i farmaci e i presidi sanitari solitamente distribuiti nelle strutture pubbliche. Questa esigenza avvertita dall’utenza, insieme ai servizi che possono offrire le farmacie di comunità nell’ambito della telemedicina nonché le consegne a domicilio del farmaco, varrebbero davvero a favorire i bisogni della cittadinanza e ad esaltare il ruolo professionale del farmacista».