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Fsn 2019, intesa tra le Regioni sulla proposta di riparto. Ecco le cifre

14 Febbraio 2019

Poco più di 18,4 miliardi di euro alla Lombardia, 10,7 al Lazio, 10,4 alla Campania, nove a Veneto e Sicilia. Sono alcune delle cifre che spiccano dalla proposta di riparto del Fondo sanitario nazionale per il 2019 messo a punto ieri dalle Regioni e ora in viaggio verso il ministero della Salute per l’approvazione definitiva. Le risorse per l’anno in corso ammontano complessivamente a 111,2 miliardi, 1.100 milioni in più rispetto al Fsn dell’anno scorso (vedi tabella sotto), e le cifre che Regione si porta a casa meritano di essere messe subito sotto la lente dai titolari di farmacia: è infatti a partire da questi totali che ogni Regione ricaverà i tetti da osservare quest’anno per la propria spesa farmaceutica, quella convenzionata (7,96% del fondo) e quella per gli acquisti diretti (ospedaliera più dd-dpc, 6,89%).

«Per il terzo anno consecutivo le Regioni formalizzano rapidamente, con un accordo unanime, la loro proposta al ministero della Salute» ha commentato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Binaccini, al termine della seduta che ieri ha ratificato l’intesa «questo significa che diamo un contributo importante al lavoro del dicastero e consentiamo alle Regioni di avviare una programmazione in tempi certi». «Nel riparto» ha detto dal canto suo Antonio Saitta, coordinatore degli assessori regionali alla Salute «sono state considerate tutte le risorse, comprese quelle relative alla quota premiale pari allo 0,25% del Fondo. Ora le Regioni – ha continuato Saitta –si aspettano che il Ministero proceda celermente perché si arrivi nel più breve tempo possibile al riparto». Per quanto concerne le Province autonome di Trento e Bolzano e le Regioni a statuto speciale Sardegna, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, ha avvertito ancora Saitta «le somme riportate hanno un carattere figurativo, giacché queste Regioni provvedono autonomamente all’integrale finanziamento del Servizio sanitario nei rispettivi territori e secondo quanto previsto dai propri statuti».