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Hcq per covid, studio sul Lancet lancia nuovi allarmi e l’Oms sospende i trial

26 Maggio 2020

L’Organizzazione mondiale della sanità ha sospeso i test sull’uso di clorochina e idrossiclorochina nei trattamenti anti-covid dopo la pubblicazione di uno studio sulla rivista scientifica The Lancet che solleva forti dubbi sull’efficacia dei due farmaci e paventa incrementati rischi di eventi cardiaci letali nei pazienti in cura. Ad annunciarlo, ieri in serata, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso di un breafing online con la stampa. Anche se non si tratta di una sperimentazione clinica, l’indagine diffusa dalla rivista britannica ha il pregio di essere una delle prime a basarsi su un campione consistente, rappresentato da 96.032 pazienti covid-positivi ricoverati in 671 ospedali di tutto il mondo tra il 20 dicembre 2019 e il 14 aprile 2020.

I ricercatori hanno formato quattro diversi gruppi di malati: il primo trattato con clorochina, il secondo con clorochina+macrolide (come l’azitromicina), il terzo con Hcq e il quarto con Hcq+macrolidi. In totale 14.888 pazienti, raffrontati a un gruppo di controllo costituito dai restanti 81.144 individui, sottoposti a terapie standard che non comprendevano nessuna delle molecole precedenti. Sono stati ammessi soltanto paziento che avevano iniziato il trattamento entro 48 ore dalla diagnosi di covid-19, che non hanno avuto conferma della positività quando erano già in ventilazione e non sono stati curati con remdesivir.

I risultati? «Dopo una verifica sulle variabili più comuni (età, sesso, etnia, indice di massa corporea, comorbilità sottostanti e gravità della malattia al basale)» scrivono gli autori «tutti e quattro i trattamenti sono stati associati a un aumentato rischio di sviluppare aritmia ventricolare e morte in ospedale». Inoltre, «non è stato possibile confermare un vantaggio di clorochina o Hcq, usate da sole o in combinazione con un macrolido, nei dati di ricovero per covid-19».

I risultati, riferisce in un articolo il Quotidien du pharmacien, hanno convinto il ministro della Salute francese, Olivier Véran, di avere incaricato l’Alto Consiglio della sanità pubblica perché analizzi lo studio e disponga entro 48 ore una revisione delle deroghe prescrittive emanate in precedenza. Come si ricorderà, due studi pubblicati di recente dal British Medical Journal avevano già sollevato forti dubbi sull’uso di idrossiclorochina per covid-19. In Francia, l’impiego off-label di tale molecola nel trattamento del coronavirus è attualmente consentito soltanto in ambiente ospedaliero, per casi gravi e su decisione collegiale dei medici. In Italia l’Aifa ha autorizzato cinque studi su clorochina e idrossiclorochina.