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Sierologici venduti al pubblico, Nas in farmacie, erboristerie e profumerie

2 Dicembre 2020

Sono più di 150 i kit per analisi sierologica anticorpale sequestrati dai Nas in farmacie, erboristerie e profumerie che li avevano messi in vendita al pubblico anziché riservarli al solo uso professionale, come prescrive la legge. E’ tra gli esiti della campagna di verifiche e controlli condotta nell’ultima settimana dal Comando carabinieri per la tutela della salute in quasi 300 aziende e laboratori di analisi, privati e accreditati. Le ispezioni, riferisce una nota dei Nas, hanno fatto emergere irregolarità varie in 67 strutture, per un totale di 94 violazioni penali e amministrative, nonché sanzioni pecuniarie per 145mila euro. Il 60% delle contestazioni, in particolare, si riferisce «all’inosservanza di norme e comportamenti connessi con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico».

In un altro 15% dei casi, prosegue il comunicato, la violazione riguarda l’assenza di autorizzazioni per prelievi ematici e biologici (tamponi), che venivano somministrati abusivamente in ambienti inidonei (15% delle violazioni contestate). Nel 14% dei casi, invece, è stata contestata l’omessa/ritardata comunicazione delle positività individuate dalle analisi, un’inosservanza «di particolare gravità per la perdita di informazioni utili alla corretta e tempestiva tracciatura».

Tra le altre irregolarità, la mancata predisposizione e attuazione di piani e protocolli preventivi all’interno delle cliniche, la carenza di procedure gestionali, di prodotti igienizzanti e di sanificazione dei locali (11%), l’inosservanza di requisiti tecnici e professionali nell’esecuzione degli accertamenti diagnostici (in sei casi era assente il personale di laboratorio abilitato oppure reagenti e diagnostici risultavano). Infine, sono stati individuati alcuni punti prelievo ematici e biologici aperti in aree improvvisate e in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie. In un caso, nel cremonese, alcuni comuni hanno avviato una campagna di screening appoggiata a un laboratorio ma senza alcuna comunicazione preventiva all’autorità sanitaria.