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Tamponi calmierati, è dibattito sulla legittimità di sconti e ribassi

2 Ottobre 2021

Il decreto legge 217/2021 sui tamponi a prezzo calmierato obbliga farmacie che li propongono ad adottare «le modalità e i prezzi previsti protocollo d’intesa» del 6 agosto scorso. E’ quanto scrive il commissario per l’emergenza covid, generale Figliuolo, nella circolare diramata ieri per riassumere le disposizioni del decreto. Peccato però che l’intervento nulla chiarisca riguardo al dilemma che al momento sta facendo più discutere i farmacisti: Senza però fugare tutti i dubbi: i 15 euro indicati dal protocollo vanno intesi come un prezzo massimo o un prezzo fisso, che impedisce rialzi ma anche sconti?

Ad aprire il dibattito era stato qualche giorno fa l’articolo che i commercialisti bolognesi Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta avevano pubblicato sul Sole 24 Ore. Il loro orientamento (di tenore cautelativo, vedi intervista in un altro articolo) era quello di considerare i 15 euro del protocollo «inderogabili» in un senso o nell’altro. Erano seguite prese di posizione di senso opposto, poi ieri la circolare del commissario Figliuolo che però non risolve il dubbio perché non precisa se i 15 euro siano un prezzo fisso o un prezzo massimo. Si presta a interpretazioni ambigue anche  il prospetto che il commissario Figliuolo allega alla propria lettera per riepilogare le tariffe definite dal protocollo (vedi sotto).

 

 

Alla colonna dei ricavi, la tabella riporta il valore fisso di 15 euro, senza un’indicazione (“fino a 15 euro”, oppure “massimo 15 euro”) che avrebbe aiutato senz’altro a fare piena chiarezza.

Nel dibattito poi è sceso ieri anche il presidente della Fofi, Andrea Mandeli, che in una dichiarazione all’AdnKronos ha affernato che «il prezzo di 15 euro fissato per i test dev’essere inteso come il tetto massimo, quindi non è inderogabile verso il basso. Questo chiarimento l’abbiamo chiesto alla struttura commissariale». In ogni caso, avverte Mandelli, i ribassi non devono intaccare «la sicurezza del cittadino e dell’operatore, su questo punto siamo molto chiari. Quindi deve esserci un rispetto scrupoloso dei dispositivi indossati, dai guanti al camice, e la mascherina va cambiata ogni 4 ore».

Propende per la tesi del prezzo massimo (che quindi consente ribassi e sconti) anche un articolo di Norme & Tributi, l’inserto giuridico del Sole 24 Ore, firmato dall’avvocato bolognese Matteo Casalini: per l’esperto, è evidente che l’intento della norma sia quello di calmierare il prezzo dei test antigenici, ossia fissare un prezzo massimo, con l’obiettivo di ridurre l’onere degli screening che ricade sulla popolazione. Non va poi dimenticato che all’articolo 4, comma 1ter del dl 217/2021, il legislatore estende la disciplina del protocollo di agosto ai laboratori, specificando che il «prezzo calmierato» vale “anche” per queste stretture. Di conseguenza, va riconosciuto che parla di prezzo calmierato pure il comma precedente, quello riguardante le farmacie del territorio.