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Tamponi, il Governo vuole calmierare i prezzi al pubblico delle farmacie

23 Luglio 2021

Come un anno fa con le mascherine, anche sui tamponi antigenici scatta il calmieramento dei prezzi al pubblico attraverso un nuovo protocollo d’intesa tra Commissariato per l’emergenza covid e farmacie del territorio. Ad annunciarlo il decreto sul green pass approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che rende obbligatoria la certificazione verde (rilasciata alla prima dose vaccinale o dopo tampone negativo) per accedere a ristoranti, spettacoli, competizioni sportive, palestre, convegni e via a seguire.

La disposizione è affidata all’articolo 5 del decreto (almeno nella bozza anticipata ieri da Quotidiano Sanità): «Il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica covid-19» recita il testo «definisce d’intesa con il ministro della salute un protocollo d’intesa con le farmacie e con le altre strutture sanitarie, al fine di assicurare fino al 30 settembre 2021 la somministrazione di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene Sars-CoV2 a prezzi contenuti che tengano conto dei costi di acquisto».

L’obiettivo della disposizione, ovviamente, è quello di parificare tariffe che mostrano fortissime differenze da regione a regione, dato che finora la loro quantificazione è stata affidata ad accordi tra farmacie e amministrazioni locali (si va dai 25-30 euro del Piemonte ai 15 della Sicilia, mentre in altre come la Lombardia il prezzo è libero). E’ certo, poi, che il Governo si è mosso nella direzione di un calmieramento anche per la forte spinta impressa alla domanda dal meccanismo del green pass: come riporta Iqvia, in farmacia il mercato dei test covid ha totalizzato dall’inizio dell’anno un giro d’affari di quasi 45 milioni di euro, con una netta ripresa dei consumi a partire da giugno proprio per le certificazioni verdi.