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Enpaf, Imperatore (Ordine Matera): nella categoria c’è deficit cognitivo

18 Giugno 2019

In materia di previdenza ed Enpaf i farmacisti titolari rivela un deficit di conoscenza che va assolutamente colmato, per assicurare un accesso conapevole ai servizi e all’assistenza erogata dal’ente. E’ una delle evidenze che emergono dal convegno in due giornate promosso sabato e domenica a Matera dall’Ordine dei farmacisti della provincia, nel quadro delle celebrazioni organizzate per festeggiare la designazione di città europea della cultura per il 2019. «Sabato» spiega a FPress il presidente dell’Ordine, Lino Imperatore (foto) «i lavori si sono concentrati sulla previdenza di categoria e sulle altre forme di tutela che l’Enpaf assicura agli iscritti: dalla convenzione con l’Emapi per la copertura sanitaria integrativa di eventi morbosi, interventi chirurgici e invalidità permanenti gravi ai contributi una tantum che annualmente la Fondazione eroga a favore dei farmacisti titolari disagiati».

Il problema però è che non tutta la professione conosce quanto dovrebbe l’intero menù di prestazioni che l’ente eroga a beneficio dei propri iscritti, così come in molti hanno idee molto vaghe sulle caratteristiche della contribuzione previdenziale e sullo stato finanziario dell’ente. Hanno allora provato a fare un po’ di chiarezza il presidente dell’Enpaf, Emilio Croce, e il direttore generale, Marco Lazzaro, che hanno ricordato la solidità patrimoniale della fondazione e la sua ampia stabilità prospettica (ossia la disponibilità di riserve che assicurano il pagamento delle pensioni per un periodo prefissato dalla legge). Chiarezza necessaria anche sul famoso prelievo dello 0,50% a carico delle società di capitale, introdotto dalla Legge di Bilancio 2018: come FPress ha rivelato venerdì scorso, è stata una sorpresa per molti scoprire che quel contributo grava anche sulle società di persone partecipate in maggioranza da farmacisti ma nelle quali i non farmacisti prevalgono per mero numero. L’emendamento Mandelli-D’Ambrosio Lettieri, ha però chiarito Croce, venne modificato in questo senso dal ministero delle Finanze e non è stato più possibile intervenire.

Domenica invece è stata la volta del convegno istituzionale dedicato ai temi di maggiore attualità per la professione, dal tavolo ministeriale sulla farmacia dei servizi alla riforma della remunerazione. Tra i relatori presidente e vicepresidente della Fofi, Andrea Mandelli e Luigi D’Ambrosio Lettieri, che hanno fatto il punto sui progetti in cantiere, e il vicepresidente del Sunifar, Pasquale D’Avella, che ha affrontato tra le altre cose le criticità della ricetta elettronica veterinaria.

Ha chiuso i lavori il critico Vittorio Sgarbi, con un’apprezzata lectio magistralis che ha tracciato la storia della farmacia nei secoli attraverso opere e testimonianze artistiche per poi passare a una narrazione antropologico-sociale del suo valore nella collettività e nel vissuto individuale.