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Accesso ai nuovi farmaci, Aiom: abolire i prontuari terapeutici regionali

26 Ottobre 2019

In Italia, in media, servono più di due anni per accedere ai nuovi farmaci oncologici. Tempi troppo lunghi da addebitare ai Prontuari terapeutici regionali, con cui le singole Regioni regolamentano l’accesso ai nuovi farmaci. Prontuari, è la richiesta dei medici oncologi, «che devono essere aboliti». L’appello arriva dal XXI Congresso nazionale dell’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica): «I tempi di approvazione sono troppo lunghi» denuncia la presidente, Stefania Gori «va garantita la disponibilità immediata delle terapie salvavita».

I Prontuari regionali, è l’accusa dell’Associazione, hanno carattere vincolante costringono i pazienti ad attese inaccettabili per accedere ai farmaci anticancro innovativi. Tempi che nel nostro Paese sono in parte, superati con diverse disposizioni che regolano l’accesso e la prescrizione: è il cosiddetto early access, l’accesso anticipato alle terapie, assicurato da un fondo speciale per la loro rimborsabilità e dalle disposizioni sull’uso compassionevole o nominale, con fornitura gratuita da parte dell’azienda farmaceutica. Si tratta però di percorsi eccezionali, restano quindi da risolvere i problemi di accessibilità derivanti dal federalismo sanitario: 19 Regioni e 2 Province autonome che presiedono altrettanti comitati che valutano il recepimento del farmaco nelle strutture sanitarie del loro territorio. Nella maggior parte delle Regioni italiane è presente un prontuario terapeutico ospedaliero vincolante, che – afferma Fabrizio Nicolis, presidente della Fondazione Aiom – «di fatto, aggiunge uno step nell’iter, già di base lungo, di approvazione e recepimento del nuovo farmaco, prima che quest’ultimo sia realmente disponibile. Assistiamo a situazioni in cui l’accesso a una terapia è possibile per pazienti di una Regione ma non per quelli della Regione contigua. Realtà inaccettabili». Entro la fine dell’anno Aiom proporrà un tour in cinque Regioni per sensibilizzare sul tema clinici e cittadini.