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Allarme Regioni: pandemia costata 8 miliardi, fondi del governo non bastano

17 Novembre 2021

Nel 2021 la pandemia è costata alle Regioni oltre 8 miliardi di euro, che sono stati coperti solo in parte dalle risorse stanziate con i Decreti emergenziali. E l’incremento del Fondo sanitario per il 2021 non basterà a coprire quanto manca. L’allarme arriva dall’incontro che ieri ha messo di fronte i capigruppo di Senato e Camera e una delegazione dei governi regionali. Nell’anno in corso, hanno ricordato i rappresentanti delle autonomie, alla gestione dell’emergenza pandemica già avviata nel 2020 si sono aggiunte la campagna vaccinale e la ripartenza delle attività sanitarie programmabili più il recupero dell’arretrato. Di contro, le risorse stanziate a livello nazionale nel 2021 si sono ridotte di 2,2 miliardi di euro rispetto al 2020. Al contrario dell’anno scorso, infine, non è stato più possibile ricorrere a finanziamenti straordinari come i fondi europei Fesr e Fse, e si è potuto contare solo in parte sui rimborsi del Commissariato per l’emergenza covid e della Protezione Civile.

Lo scenario che si prospetta, quindi, è quello di bilanci sanitari in sensibile disavanzo in molte Regioni, che comporterebbero l’adozione di «immediati interventi» per il ripiano come l’applicazione dell’aliquota massima sull’addizionale Irpef, la maggiorazione dell’aliquota Irap e il divieto di effettuare spese sanitarie non obbligatorie. Per scongiurare tali ipotesi, è quindi la richiesta delle Regioni, «appare urgente un intervento normativo, da attuare già in sede di conversione del Decreto fiscale (146/2021)» che consenta «l’utilizzo flessibile delle risorse emergenziali», ossia i fondi non utilizzati dei finanziamenti di competenza dell’anno 2020 e i finanziamenti per l’anno 2021.

In particolare, occorre che le risorse stanziate per finanziare le misure emergenziali possano essere utilizzate dalle Regioni liberamente, «con il solo vincolo dell’impiego a copertura di spese sostenute per fronteggiare l’emergenza covid». In più, andrebbe stabilito il principio secondo il quale le spese straordinarie sostenute per la gestione dell’emergenza sanitaria «non possono essere finanziate a valere sulle risorse ordinarie, ma devono essere coperte attraverso appositi stanziamenti».