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Antibiotico-resistenze, nuovo allarme europeo dall’ultimo rapporto di Ecdc ed Efsa

27 Febbraio 2019

Si sta profilando un’epoca in cui le infezioni comuni saranno sempre più difficili da trattare, in qualche caso addirittura impossibili. È l’allarme lanciato dal Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, alla lettura degli ultimi dati sull’antibiotico-resistenza diffusi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa): «Gli antimicrobici usati per trattare malattie che possono essere trasmesse tra animali e uomini, come la campilobatteriosi e la salmonellosi» è l’avvertimento «stanno perdendo efficacia».

«Il rapporto» commenta Andriukaitis «dovrebbe far squillare ancora una volta un campanello d’allarme. Prima che questo campanello diventi una sirena assordante, occorre che i Paesi europei agiscano in modo comune, mobilitando tutti i settori della sanità pubblica, della salute animale e dell’ambiente». I dati del rapporto si riferiscono al 2017, riguardano 28 Stati Ue e provengono da analisi condotte su esseri umani, suini e vitelli di età inferiore a un anno. I risultati confermano l’aumento della resistenza agli antibiotici già emersa nei precedenti rapporti e rivelano che in alcuni paesi la resistenza ai fluorochinoloni (come la ciprofloxacina) nei batteri del genere Campylobacter è talmente alta da rendere inutile l’utilizzo di antimicrobici nel trattamento di casi gravi di campilobatteriosi. Nella maggioranza dei Paesi europei, la salmonella nell’uomo è sempre più resistente ai fluorochinoloni mentre la multi-farmaco resistenza (ovvero la resistenza a tre o più antimicrobici) è elevata nella salmonella trovata nell’uomo (28,3%) e negli animali.

«Ora è il momento di invertire l’andamento della resistenza agli antimicrobici, se vogliamo mantenere efficaci gli antibiotici» dice Mike Catchpole, direttore scientifico dell’Ecdc «il fenomeno è particolarmente allarmante quando si parla di resistenza congiunta: percentuali anche basse di resistenza congiunta implicano che per molte migliaia di pazienti in tutta l’Ue le opzioni di cura in caso di infezioni gravi sono limitate». Tre i pilastri principali del Piano d’azione europeo contro le resistenze antimicrobiche: fare della Ue una regione in cui si applicano le pratiche migliori; promuovere ricerca, sviluppo e innovazione; definire un programma mondiale di intervento.