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Botteghe di comunità, il modello di Federsanità per le aree interne e disagiate

19 Luglio 2024

Portare i servizi sanitari nelle aree remote e disagiate. È l’obiettivo del progetto Botteghe di comunità che Federsanità (la confederazione delle Federsanità Anci regionali, che associa Asl, Ao e Irccs insieme a Comuni e Anci regionali) ha illustrato ieri a Roma in concomitanza con la presentazione del neocostituito Intergruppo parlamentare sulla prevenzione e le emergenze sanitarie nelle aree interne. Il progetto ripropone a livello nazionale la sperimentazione impostata a fine 2023 (ma non ancora avviata) dall’Asl di Salerno con 29 amministrazioni locali del Cilento: per potenziare l’assistenza sul territorio, ogni comune mette a disposizione uno spazio in cui attrezzare una Bottega della comunità, che funziona da “spoke” multispecialistico della Casa di comunità, dell’Ospedale di comunità e dei distretti dell’Asl campana. Grazie a tali strutture, in sostanza, i 35mila assistiti dell’area cilentana possono usufuire di percorsi multidisciplinari e integrati basati sulla collaborazione di differenti figure specialistiche. In particolare, è prevista la presenza di un infermiere per un certo numero di ore alla settimana, per l’ergoazione di servizi vari e assistenza infermieristica.

«Le Botteghe di comunità sono una soluzione all’emergenza socio sanitaria nelle aree interne» ha spiegato il vicepresidente vicario di Federsanità (nonché dg dell’Asl Salerno) Gennaro Sosto «con queste strutture offriamo un percorso di salute duraturo e ben collaudato, in cui gli operatori sanitari e sociosanitari, volontariato e Istituzioni locali rappresentano il collegamento fra i residenti e i Servizi, mettendo a sistema le energie del territorio e le diverse fonti di finanziamento».

Nelle Botteghe di comunità la tecnologia gioca un ruolo centrale, perché assicura la condivisione tra professionisti della storia clinica del paziente, per un corretto orientamento all’interno del percorso di assistenza e cura e di una migliore aderenza alle terapie. La diffusione di questo modello nelle aree disagiate dello Stivale, è in sostanza l’idea di Federsanità, aiuterà a combattere lo spopolamento, aumentare il grado di equità del sistema sociosanitario e contrastare le fragilità sociali. L’Asl Salerno, inoltre, ha concluso di recente una convenzione con Agenas che monitorerà i risultati della sperimentazione.

Sul progetto Federfarma Salerno ha già avviato un’interlocuzione con la direzione generale dell’Asl per essere coinvolta nel programma, anche attraverso la farmacia dei servizi.