attualita

“Contratto” Lega-M5S, quello che sulla sanità dicono le bozze di lavoro

17 Maggio 2018

Selezione dei manager del Ssn per «competenza e merito», e non in base a logiche «partitiche». Compartecipazione degli assistiti e ticket da ridurre «al minimo», anche grazie a una «efficace lotta agli sprechi e alle inefficienze», alla revisione della «governance farmaceutica e sanitaria», alla centralizzazione degli acquisti, alla «informatizzazione e digitalizzazione del Ssn», alla revisione delle «procedure di accreditamento e convenzionamento», alla lotta alla corruzione. E riscrittura della legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale, per tutelare i bimbi «dal rischio di esclusione sociale». E’ quanto si legge a proposito di sanità nella nuova bozza del contratto di governo Lega-M5S anticipata ieri sera da Repubblica. Più corposo della bozza divulgata un paio di giorni prima (40 pagine), il testo dedica al Ssn poco più di due fogli, che vale la pena di leggere per passare in rassegna i temi che a proposito di salute trovano i due partiti più sensibili.

In prima linea, oltre a meritocrazia e lotta agli sprechi, c’è la digitalizzazione del Ssn: Fascicolo sanitario elettronico, ricetta digitale e dematerializzazione dei referti, dei pagamenti e delle prenotazioni online. Netto anche l’impegno a «superare il modello ospedalo-centrico» e sviluppare «in maniera diffusa i servizi territoriali», per «assicurare la presa in carico dell’utente» attraverso «un suo specifico percorso socio-sanitario». Quanto ai pronto soccorso, la bozza di contratto ritiene «improcrastinabile intervenire sui tempi di attesa, riducendo gli accessi attraverso l’implementazione di strutture a bassa intensità di cura».

Nella stessa cornice la bozza insiste su un rafforzamento del territorio, attraverso lo sviluppo di servizi «con standard organizzativi e con costi di accesso omogenei e predefiniti» e la revisione «del ruolo dei medici di medicina generale», con quali indirizzi però non è dato sapere. Nessun dettaglio anche a proposito di quella «governance farmaceutica» di cui s’è detto in apertura, ma chi legge ricorderà certamente i battaglieri interventi parlamentari di Giulia Grillo, oggi capogruppo del M5S alla Camera e ieri (cioè nella passata legislatura) accanito censore dell’Aifa e del ministero della Salute, accusati di perseguire politiche del farmaco appiattite sull’industria.

Degni di nota, infine, anche un paio di passaggi reperibili al capitolo Lavoro: viene posto il tema del «salario minimo orario», che andrà applicato a prescindere dai contratti nazionali di lavoro applicati nelle singole imprese e di fatto impedirà la gratuità «degli apprendistati per le libere professioni». E si propone di rivedere introdurre un nuovo «strumento» per il lavoro occasionale che superi l’attuale sistema, un meccanismo «agile ma chiaro e semplice, che non si presti ad abusi» ma agevoli lavoratori, famiglie e aziende.