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Diagnostica negli studi mg, Speranza firma il decreto per il riparto delle risorse

30 Luglio 2022

È stato firmato ieri dal ministro della Salute il decreto che ripartisce tra le Regioni i 235 milioni di euro stanziati dalla Legge di bilancio per il 2020 allo scopo di dotare di apparecchiature diagnostiche di primo livello le Case di comunità, gli studi dei mmg e le medicine di gruppo. «Grazie al provvedimento» scrive Speranza «sarà più facile accedere a un’ecografia o a un elettrocardiogramma attraverso il proprio medico di famiglia. È un altro passo avanti per costruire una sanità più vicina alle persone».

Il decreto, in sintesi, dispone che le apparecchiature da acquisire vengano «assegnate prioritariamente» alle Case di comunità hub e spoke, agli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta e alle medicine di gruppo. Negli ultimi due casi, specifica il testo, andranno considerate «le caratteristiche orografiche e demografiche del territorio al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne, rurali, piccole isole e periferie urbane, nel pieno rispetto del principio di prossimità». In queste aree, infatti, lo studio del mmg «deve essere ulteriormente rafforzato (strumenti di prima diagnostica, rete e telemedicina) al fine di garantire un’assistenza di prossimità adeguata e non accrescere le diseguaglianze territoriali».

Per garantire la prossimità dell’assistenza, in particolare ai soggetti fragili affetti da patologie croniche, le Regioni dovranno fornire «apparecchiature di diagnostica di primo livello «compatibili e integrabili con la Piattaforma nazionale di telemedicina e con i servizi di telemedicina previsti dalla Component 1 della Missione 6 del Pnrr, nonché con il Fascicolo sanitario elettronico».

A definire le specifiche tecniche, le modalità con cui rilevare le prestazioni erogate e gli indicatori minimi di processo e di risultato provvederà «un Tavolo tecnico congiunto Ministero della Salute-Regioni» da insediare entro 90 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Terminati i lavori del Tavolo, le Regioni avranno altri 90 giorni di tempo per presentare «un piano pluriennale dei fabbisogni» e accedere così alle risorse assegnate. Parallelamente, le stesse Regioni procedono alla stipula di accordi integrativi con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, per recepire gli obiettivi di piano e concordare la distribuzione delle apparecchiature diagnostiche.