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Gliflozine in A, apprezzamenti per la riclassificazione anche dalla Simg

12 Luglio 2025

Apprezzamenti anche dalla Simg, la società scientifica dei medici di famiglia, per la recentissima determina dell’Aifa che ha riclassificato le gliflozine da A-Pht a classe A, con distribuzione in farmacia nel canale convenzionato e abrogazione dei Piani terapeutici per il trattamento di diabete di tipo 2, scompenso cardiaco e malattia renale cronica. «Questo passaggio rappresenta un atto importante, di cui la Simg, i medici di famiglia italiani, gli specialisti e le associazioni dei pazienti sentivano la necessità» osserva Gerardo Medea, consigliere nazionale e responsabile della Ricerca «questa decisione da un lato favorisce la reale presa in carico delle persone con diabete da parte dei mmg e dall’altro semplifica l’accesso alle cure per patologie gravi e importanti come lo scompenso cardiaco, la malattia renale cronica oltre che il diabete tipo 2, poiché non sarà più necessario ricorrere a visite specialistiche per la prescrizione e il rinnovo dei Piani terapeutici. In tal modo si è voluto anche riconoscere il valore clinico di questa categoria di farmaci nella prevenzione e trattamento delle complicanze di queste patologie favorendone l’uso quanto più precoce possibile».

La prescrizione diretta da parte del mmg accompagnata dalla distribuzione nelle farmacie convenzionate, osserva ancora la Simg, consente una gestione più capillare e semplice per i cittadini e meno gravosa per i servizi specialistici, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle liste d’attesa e al rafforzamento della sanità territoriale.

«Questo importante traguardo rappresenta un riconoscimento concreto del ruolo clinico e gestionale della medicina generale nella presa in carico integrata dei pazienti con patologie croniche complesse» spiega Alessandro Rossi, presidente della Simg «si apre ora una fase in cui i mmg potranno esercitare pienamente la loro autonomia prescrittiva, nel rispetto dell’appropriatezza prescrittiva e delle evidenze scientifiche e in sinergia con gli specialisti, rafforzando la continuità assistenziale e il modello della medicina d’iniziativa».