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Governance, c’è l’intesa tra Farmindustria e Regioni per rivedere i tetti di spesa

22 Gennaio 2019

I tetti sulla farmaceutica pubblica vanno riequilibrati tra loro in modo da allinearli alla spesa storica effettiva. E’ quanto le Regioni si impegnano a chiedere al Governo con l’accordo sottoscritto ieri assieme a Farmindustria per chiudere la partita sugli sfondamenti della spesa ospedaliera 2013-2017: l’intesa, in sintesi, vincola le aziende produttrici a versare alle Regioni entro il 30 aprile 2,4 miliardi di euro, detratti i 1.500 milioni che le stesse imprese hanno già pagato finora. Si tratta in sostanza di un accordo bonario, con il quale le amministrazioni intascano una somma inferiore a quanto stimato in origine ma evitano ulteriori rinvii della riscossione per conteziosi e ricorsi da parte delle industrie. «L’intesa sul payback è un grande segno di responsabilità da parte delle Regioni e delle imprese» commenta Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, a Sanità24 «finalmente siamo riusciti a chiudere un pagina che durava da troppo tempo. È una cosa molto positiva».

Con l’accordo, tuttavia, le aziende ottengono anche l’impegno delle Regioni perché convincano il Governo a «ribilanciare» già da quest’anno i due tetti sulla spesa farmaceutica Ssn, convenzionata e acquisti diretti (ospedaliera più dd-dpc). L’obiettivo, in particolare, dovrebbe essere quello di avvicinare alla spesa storica i valori delle due asticelle (che oggi sono fissate al 7,96% del Fondo sanitario nazionale per la convenzionata e al 6,89% per gli acquisti diretti), in altri termini abbassare la prima e alzare la seconda. In questo modo, è il ragionamento, gli avanzi che ormai da anni si registrano nella spesa convenzionata potrebbero essere recuperati per coprire (anche solo in parte) gli sfondamenti evidenziati – sempre da anni – dall’ospedaliera.

E’ da tempo che le Regioni mostrano favore per un intervento di questo genere, la novità è che ora anche l’industria sposa apertamente la proposta, con l’evidente speranza di ridurre l’onere degli sfondamenti (sulla spesa per acquisti diretti) che poi le associate devono ripianare al 50% (l’altra metà spetta alle Regioni stesse). «La revisione dei tetti di spesa» ha detto ancora Scaccabarozzi a Sanità24 «è un passo avanti per i malati». Se ne dovrebbe sapere di più già da oggi, perché l’accordo Regioni-Farmindustria prevede che i termini dell’intesa vengano recepiti con alcuni emendamenti alla legge di conversione del decreto semplificazioni, attualmente all’esame delle commissioni di Palazzo Madama.