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Influenza, Assosalute: 4 italiani su 10 ricorreranno alla vaccinazione

1 Ottobre 2022

Un italiano su due si appresta a vivere la prossima stagione influenzale con uno stato d’animo di prevalente ansia, stanchezza, tristezza e diffidenza. Sono soprattutto le donne e i trentenni (25-34 anni) le categorie più demotivate e sfiduciate, mentre i giovanissimi si dividono tra ansiosi e indifferenti. È quanto emerge dalla ricerca condotta da Human Highway per Assosalute e presentata l’altro ieri alla stampa. «Questa stagione i casi in Italia potranno arrivare a 6 o 7 milioni» ha detto Fabrizio Pregliasco, professore associato del dipartimento di Scienze biomediche dell’università degli Studi di Milano il Professor Pregliasco «un numero superiore agli anni passati come dimostra l’esperienza dell’emisfero australe, dove l’influenza è in corso».

Fondamentale dunque tenere la guardia alta, anche perché pure quest’anno si ripresenterà il problema della convivenza tra infleunza e Sars-CoV-2, che resta un virus temibile nonostante la minor letalità: «Il Covid uccide ancora quattro volte tanto ed è la causa del 95% dei decessi negli ultrasessantenni» ha ricordato Pregliasco «la vera influenza, rispetto ad altri casi, si riconosce per febbre con temperatura elevata, a comparsa brusca, sintomi respiratori o bruciore agli occhi e almeno un sintomo extra respiratorio (come dolori muscolari, mal di testa, spossatezza eccetera)».

Circa 4 italiani su 10 dichiarano di voler ricorrere alla vaccinazione antinfluenzale, con una propensione che raggiunge i livelli massimi tra gli over 65, dove 2 su 3 intendono vaccinarsi. Tra questi, il vaccino antinfluenzale è diventato ormai una consuetudine: per il 44,2% la motivazione è quella di evitare di contagiare persone vicine (29,6%, in crescita), seguita dalla volontà di agevolare la diagnosi differenziale tra influenza e Covid-19 (29,4%, in diminuzione).

Permane, tuttavia, la convinzione che la vaccinazione sia inutile: lo crede ancora il 42% della popolazione, perché afferma di ammalarsi raramente e con sintomi lievi. «L’influenza è comunque una patologia aggressiva e debilitante che resta indipendente dal Sars-CoV-2» ha ricordato Claudio Cricelli, presidente della Simg «grazie ai tamponi diagnostici, siamo in grado di misurarne la contagiosità, ma seguendo quello che ci riportano i dati dell’emisfero australe e considerando il livello ridotto delle difese immunitarie degli ultimi due anni (nei quali siamo stati poco esposti ai virus influenzali), la protezione attraverso la somministrazione del vaccino resta fondamentale».

Il ricorso ai farmaci di automedicazione si conferma una soluzione più femminile, mentre gli uomini tendono ad affidarsi in misura maggiore (anche) al consiglio di altri (medico, farmacista, familiari). «Il concetto è semplice» conclude Cricelli «non abbiamo terapie né per guarire dall’influenza né dal Sars–CoV-2, ma quello che possiamo fare è controllare i sintomi grazie all’aiuto dei farmaci di automedicazione. È necessario, dunque, ricordare sempre al paziente come ci si comporta all’apparire dei primi sintomi e istruire il cittadino al corretto uso dei farmaci».