Nella prima settimana del 2025 i casi di sindromi simil-influenzali sono tornati a crescere in Italia, ma l’incidenza resta al di sotto dei livelli registrati nella stessa fase della scorsa stagione. Il bollettino settimanale RespiVirNet, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, evidenzia un aumento dei contagi dopo la pausa dovuta alle festività natalizie. Tra il 30 dicembre e il 5 gennaio, il livello nazionale di incidenza è stato di 11,32 casi ogni mille assistiti, in rialzo rispetto ai 9,89 della settimana precedente, ma nettamente inferiore a quanto osservato dodici mesi fa, quando si viaggiava sopra i 18 casi ogni mille assistiti. Complessivamente, si stima che i nuovi casi siano stati circa 667.000, portando il totale stagionale a oltre 5,85 milioni.
La fascia di popolazione più colpita si conferma quella dei bambini sotto i cinque anni, con un’incidenza di 21,4 casi ogni mille assistiti, seguiti dagli adulti tra i 15 e i 64 anni e dai ragazzi tra i 5 e i 14 anni, mentre il tasso di contagio tra gli anziani sopra i 65 anni è risultato più contenuto. Tuttavia, l’incremento complessivo si accompagna a un quadro generale in cui il virus influenzale circola meno intensamente rispetto al passato, lasciando spazio anche ad altri patogeni respiratori che contribuiscono a sostenere il numero complessivo di infezioni.
Il sistema di sorveglianza RespiVirNet, attivato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Ministero della Salute, raccoglie settimanalmente i dati forniti da medici di base e pediatri sentinella di tutto il Paese, monitorando l’andamento delle sindromi simil-influenzali per valutare l’intensità e la durata dell’epidemia stagionale.
A livello regionale, l’incidenza più alta si è registrata nelle province autonome di Bolzano, in Toscana, nelle Marche, nel Lazio, in Abruzzo, in Campania, in Puglia e in Sicilia, tutte con valori superiori a 12 casi ogni mille assistiti. La Valle d’Aosta e il Friuli Venezia Giulia si sono invece mantenute sotto la soglia basale di 5,65 casi per mille. Un dato che riflette, oltre alla diversa diffusione del contagio, anche una partecipazione disomogenea alla raccolta dati da parte dei medici sentinella, con alcune regioni, come Basilicata e Calabria, che non hanno attivato la sorveglianza epidemiologica.
Sebbene il virus influenzale sia in aumento, la ripresa dell’epidemia appare ritardata rispetto agli anni precedenti. Nella stessa settimana della stagione 2023-2024, la curva dei contagi stava già calando dopo aver raggiunto il picco. Questo scenario suggerisce che l’attuale stagione potrebbe mantenersi su livelli di diffusione più contenuti rispetto a quanto osservato in passato. La variabilità regionale e la concentrazione dei casi in alcune fasce d’età sottolineano comunque la necessità di un monitoraggio costante, con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili.