attualita

Legge di Bilancio, le Regioni ribadiscono i timori sul nodo risorse

2 Novembre 2018

Arriva anche la firma del Capo dello Stato sulla Manovra per il 2019, che ora si accinge a prendere la strada delle Camere per la conversione in legge. Un iter che già si annuncia bollente, viste le rinnovate critiche con cui le Regioni hanno accolto l’ultima versione del testo di legge: «C’è unanime insoddisfazione a proposito dello stanziamento di cui beneficerà il Fondo sanitario nazionale nel nuovo anno» ha detto mercoledì Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni. «Come già avevamo detto al ministro Grillo due settimane fa, l’incremento di un miliardo sul Fondo di quest’anno – ossia quanto programmato nella Manovra dell’anno scorso – era già scontato. In più, continuiamo a non avere certezze né sul rifinanziamento del fondo per i farmaci innovativi (un miliardo quest’anno) né sulle risorse per coprire il nuovo contratto dei dipendenti della sanità pubblica».

Non solo: all’elenco delle voci per le quali mancherebbero finanziamenti adeguati i governatori mettono anche la battaglia alle liste d’attesa, uno dei temi che più stanno a cuore al ministro della Salute: «I 50 milioni all’anno previsti nella Legge di Bilancio non sono assolutamente sufficienti» commenta Bonaccini «perché la guerra alle liste si fa soprattutto assumendo personale».

Se le Regioni non otterranno le certezze che chiedono, così, il confronto con il Governo potrebbe anche assumere i toni del braccio di ferro. «La Legge di Bilancio ci chiede di sottoscrivere entro fine gennaio un nuovo Patto per la salute» Osserva Bonaccini «ma siamo già a novembre e quel Patto faremo fatica a sottoscriverlo se non ci saranno date risposte rispetto ai temi principali. Abbiamo bisogno di sapere cosa si intende fare: se a quel miliardo in più non si aggiungerà la certezza sulle voci che ho citato, almeno parzialmente, dovremo ribadire solo insoddisfazione. Perché rischiamo che l’incremento programmato di un miliardo in più sia addirittura insufficiente per coprire le altre voci e quindi che il riparto alle Regioni sia paradossalmente a zero euro di incremento». Le prossime settimane si annunciano già caldissime.