È positiva, secondo la Corte dei conti, la stabilizzazione della Farmacia dei servizi disposta dall’articolo 68 del ddl Bilancio. Ma servono risorse adeguate perché il modello possa incidere sulle criticità dell’assistenza territoriale. È quanto hanno detto i magistrati contabili nella relazione esposta ieri alle commissioni Bilancio di Camera e Senato nell’ambito delle audizioni congiunte sulla Manovra per il 2026. La fase sperimentale della farmacia dei servizi avviata nel 2018, è stata in particolare la valutazione, ha mostrato risultati significativi, in particolare su vaccinazioni, screening e telemedicina, «a conferma della forte domanda territoriale di esami normalmente disponibili solo in ambito specialistico o ospedaliero». Tuttavia, avverte l’audizione, la stabilizzazione del modello richiede un sostegno finanziario sufficiente a sostenere il peso crescente della domanda di salute della popolazione anziana e con cronicità multiple.
Come si ricorderà il ddl Bilancio, ora a Palazzo Madama per iniziare l’iter di conversione, conferma all’articolo 68 l’integrazione nel Ssn della farmacia dei servizi; a tale scopo il testo stanzia un finanziamento annuo di 50 milioni di euro, che serviranno alla remunerazione delle prestazioni secondo modalità da definire negli Accordi integrativi regionali. Eventuali servizi aggiuntivi rispetto a quelli indicati dal d.lgs 153/2009 potranno essere erogati dalle farmacie sulla base di linee guida che il ministero della Salute definirà con un occhio «alle farmacie delle aree decentrate o disagiate».
Quanto alle risorse complessive per la sanità, sono ancora le valutazioni della Corte dei conti, il ddl Bilancio porta il finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard a 142,9 miliardi nel 2026, con un incremento di 6,4 miliardi sul 2025 (+4,7%). Di questi, 2,4 miliardi rappresentano nuovi stanziamenti, mentre 3,9 miliardi erano già previsti da precedenti leggi di bilancio. Il Fondo salirà poi a 143,9 miliardi nel 2027 e 144,8 nel 2028. In rapporto al Pil, il finanziamento si attesterà al 6,15% nel 2026, per poi scendere al 6,04 nel 2027 e al 5,92 nel 2028.
Restano però pressioni rilevanti sulla spesa sanitaria: aumentano i costi del personale – per effetto sia dei rinnovi contrattuali sia degli incentivi alla produttività e delle nuove assunzioni – così come crescono quelli per farmaci, dispositivi medici e acquisti di prestazioni da privati. Nel Documento programmatico di finanza pubblica pubblicato a ottobre, la spesa sanitaria complessiva è stimata a 149,9 miliardi nel 2026, 151,7 nel 2027 e 155,7 nel 2028, ma la Corte segnala che tali valori sono destinati a essere rivisti al rialzo proprio per effetto delle misure contenute nella Manovra.
In sintesi, secondo i giudici contabili il Governo rispetta l’impegno di incremento del Fondo sanitario, ma le risorse aggiuntive «consentono di rispondere solo parzialmente agli interventi necessari» per contrastare carenze di personale, liste d’attesa e domanda crescente di cure complesse. Per la farmacia dei servizi la valutazione è positiva, ma l’efficacia, avvertono, dipenderà dalla capacità di finanziare e organizzare in modo coerente il territorio.