attualita

Elezioni, dal Gimbe radiografia delle proposte dei partiti sulla sanità

8 Settembre 2022

Siamo ormai a poco più di due settimane dalle elezioni politiche e nonostante le grandi sfide che attendono il Paese – pandemia, attuazione del Pnrr, riforme strutturali, recupero delle prestazioni sanitarie, gestione ordinaria di oltre 130 miliardi di spesa sanitaria pubblica – nessuna delle forze politiche che il 25 settembre si contenderanno il voto degli italiani ha elaborato un piano di rilancio del Ssn che garantisca alla popolazione il diritto reale alla tutela della salute. È la conclusione cui arriva la Fondazione Gimbe (Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze) sulla scorta di un’analisi che ha passato al setaccio i programmi elettorali dei partiti in tema di sanità, assistenza socio-sanitaria e ricerca biomedica.

«Numerose proposte sono valide» osserva il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta «ma risultano frammentate, alcune non sono sostenibili, altre poco attuabili o ridondanti rispetto a quello che c’è già». Per Cartabellotta, in altre parole, «manca una visione di sistema sul Ssn, così come la valutazione dell’impatto economico delle proposte». Invece, sarebbe indispensabile «rimettere la sanità al centro dall’agenda di Governo a prescindere dall’esito delle urne, perché il diritto costituzionale alla tutela della salute non può essere ostaggio di ideologie partitiche».

Su pandemia e campagna vaccinale, dice l’analisi della Fondazione, vengono messi sul tavolo interventi parziali: la coalizione di centrodestra punta su comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali. Azione-Italia Viva su sanificazione ambientale, percorsi pandemic-free ed equipaggiamenti per le ambulanze; il Partito Democratico sui sistemi di aerazione. Per prepararsi a future emergenze sanitarie +Europa e Azione-Italia Viva propongono un’Agenzia nazionale di coordinamento e la coalizione di centrodestra di aggiornare i piani pandemici. «Di fatto» commenta Cartabellotta «la gestione della pandemia e della campagna vaccinale rimangono ai margini delle proposte elettorali, nonostante gli organismi internazionali di sanità pubblica suggeriscano a tutti i Governi di predisporre piani di “preparedness” per il prossimo autunno-inverno». Dai partiti minori, invece, arriva una pioggia di proposte per lo più in contrasto con il principio di tutela della salute pubblica: stop a obbligo vaccinale e green-pass, annullamento/risarcimento delle sanzioni amministrative, indennizzi per danni correlati alla vaccinazione, reintegro/risarcimento per i lavoratori sospesi, abolizione dello scudo penale per i medici vaccinatori, oltre all’istituzione di una commissione di inchiesta senza dettagli su metodi di indagine e composizione.

Anche in tema di governance Stato-Regioni le proposte sono eterogenee e spaziano tra il ritorno alla gestione centrale della Sanità (Movimento 5 Stelle), all’estensione dei poteri esclusivi dello Stato (+Europa, Azione-Italia Viva) sino all’attuazione del regionalismo differenziato (coalizione di centrodestra), proposto anche dal Partito Democratico, previa definizione di alcune garanzie. Alleanza Verdi e Sinistra, invece, vuole “espellere” la sanità dall’autonomia regionale differenziata. «Seppur con differente enfasi» commenta Cartabellotta «il regionalismo differenziato appare dunque un obiettivo condiviso tra centrodestra e centrosinistra».

Riguardo al finanziamento pubblico del Ssn, la proposta di +Europa, Azione-Italia Viva, Unione Popolare è quella di allinearlo alla media dei paesi europei, da ItalExit e Partito Democratico quella di un generico rilancio e da Alleanza Verdi e Sinistra un piano straordinario di investimenti pubblici per l’ammodernamento strutturale e tecnologico della sanità pubblica. Azione-Italia Viva propone di accedere al Mes, il Fondo salva-stati. «Alle forze politiche che intendono rilanciare i fondi per la sanità» commenta Cartabellotta «va ribadito che bisognerà invertire la tendenza sulla spesa sanitaria nel Def, visto che nell’attuale Documento di economia e finanza il rapporto spesa sanitaria/Pil decresce da qui al 2025 fino al 6,2%, ossia sotto i livelli pre-pandemia».

Livelli essenziali di assistenza (Lea). Solo Azione-Italia Viva entra nel merito della metodologia di revisione dei LEA al fine di mantenere costantemente aggiornate le prestazioni offerte dal Ssn. Alleanza Sinistra e Verdi, Azione-Italia Viva e Movimento 5 Stelle puntano su finanziamento, accessibilità e rimborsabilità delle terapie innovative e avanzate. Azione-Italia Viva punta ad espandere i Lea per le malattie rare. Numerose proposte di inserimento nei Lea di nuove malattie o nuovi servizi non sempre in linea con le evidenze scientifiche, o addirittura in netto contrasto. «La classica strategia elettorale – commenta il presidente – che punta esclusivamente a raccogliere voti da specifiche categorie di malati».

Rapporto pubblico-privato. Pochissimi partiti affrontano il tema l’integrazione pubblico-privato, con proposte generiche (Azione-Italia Viva) o finalizzate ad espandere la sanità privata (Impegno Civico).

Riduzione degli sprechi. Nessun partito ha formulato un piano organico in tal senso, anche se non mancano le proposte. Per ridurre l’eccesso di prestazioni inappropriate, Azione-Italia Viva punta a contrastare l’antibiotico-resistenza e l’inappropriatezza prescrittiva dei farmaci. Per contrastare frodi e abusi ItalExit e Movimento 5 Stelle mirano a ridurre le interferenze politiche nelle nomine dei direttori generali. Relativamente ai servizi e alle prestazioni sotto-utilizzate, si registrano proposte generiche per rilanciare prevenzione e promozione della salute (+Europa, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva, Di Maio) e la medicina predittiva (coalizione di centro-destra). Varie idee anche per potenziare i servizi di salute mentale (Partito Democratico), gli psicologi (Movimento 5 Stelle, Partito Democratico) e i servizi per la salute delle donne (Alleanza Verdi e Sinistra). Sul potenziamento dell’assistenza territoriale convergono tutti i principali partiti (Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva, coalizione di centro-destra, Partito Democratico).

Assistenza socio-sanitaria. Numerosi partiti propongono in maniera generica di potenziare e/o investire sull’assistenza socio-sanitaria per anziani, persone fragili con disabilità e/o non autosufficienti, facendo riferimento all’assistenza domiciliare (+Europa, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva), a quella residenziale (+Europa), all’integrazione in rete dei servizi sanitari e sociali (Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Italia Viva). Molto numerose le azioni specifiche, ma estremamente frammentate e senza una visione di sistema. Tra le azioni normativo-istituzionali: riforma della non autosufficienza con incremento del finanziamento pubblico (Partito Democratico); riforma per unificare, rafforzare e integrare la rete di servizi sociali e sanitari (+Europa); legge delega in tema di disabilità (Movimento 5 Stelle); istituzione del “Dipartimento per la Terza Età” e del “Garante dei Diritti della Terza Età” (Azione-Italia Viva). Propongono l’aumento delle pensioni di invalidità i partiti della coalizione di centrodestra e il Movimento 5 Stelle.

Sanità integrativa. Alleanza Verdi e Sinistra propone di abolire i vantaggi fiscali per polizze assicurative sanitarie e fondi sanitari integrativi.

Ticket. I partiti della coalizione di centrodestra propongono di estendere le prestazioni medico sanitarie esenti da ticket.

Liste di attesa. Numerosi partiti affrontano lo spinoso problema delle liste di attesa, ulteriormente allungate dai ritardi accumulati a causa della pandemia, ma solo due definiscono criteri quantitativi: Azione-Italia Viva propone di ridurre entro un anno i tempi di attesa fino ad un massimo di 60 giorni per le prestazioni programmate e di 30 per tutte le altre; il Partito Democratico si impegna a dimezzarli entro il 2027. Più genericamente, i partiti della coalizione di centrodestra propongono di ripristinare prestazioni ordinarie e procedure di screening rallentate dalla pandemia e di abbattere i tempi delle liste di attesa. «Nessun partito» commenta Cartabellotta «rileva che le difficoltà a recuperare le prestazioni ritardate a causa della pandemia sono prevalentemente da imputare alla carenza di personale, nonostante lo stanziamento di quasi un miliardo di euro e il piano di recupero delle liste di attesa varato dal ministero della Salute».

«A fronte delle complesse sfide sulla sanità pubblica che attendono il nuovo Esecutivo» conclude Cartabellotta «il nostro monitoraggio indipendente restituisce un quadro decisamente deludente. Se da un lato alcune tematiche (riforma della sanità territoriale, potenziamento del personale sanitario, superamento delle liste di attesa) sono comuni alle principali coalizioni e schieramenti politici, dall’altro la combinazione di ideologie partitiche e scarsa attenzione per la sanità generano proposte frammentate, spesso strumentali, non sempre coerenti e senza alcuna valutazione dell’impatto economico. E, cosa ancora più inquietante, nessuna forza politica ha elaborato un adeguato piano di rilancio per la sanità pubblica, coerente con gli investimenti e le riforme del Pnrr».