In attesa delle cifre sullo sciopero di ieri che Federfarma ricaverà dai dati trasmessi dalle farmacie, i sindacati dei dipendenti Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs cantano già vittoria e in una nota diffusa nel pomeriggio parlano di «grande partecipazione». Senza però dare cifre sull’adesione.
Nella giornata di agitazione, si legge in sintesi nel comunicato, sono state indette manifestazioni a Roma, Milano, Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna, Cesena, Rimini, Venezia, Torino, Bolzano, Trieste, Cagliari, Genova, Ancona, Napoli, L’Aquila, Perugia, Matera, Campobasso, Bari, Reggio Calabria, Palermo e Catania. «Occorrono garanzie e diritti nuovi per restituire attrattività a una professione da cui molti fuggono. Il crollo verticale delle immatricolazioni a Farmacia e la scelta sempre più diffusa di abbandonare il lavoro nelle farmacie per l’insegnamento, testimoniano che la prospettiva occupazionale offerta dalle farmacie private non convince più».
Le tre sigle, così, rinnovano la richiesta di «un salario proporzionato e sufficiente a dare valore a tale professionalità e migliorie nella classificazione del Ccnl: rendere realmente accessibile il livello Q2, ridurre i tempi delle progressioni professionali e garantire che le ore dedicate alla partecipazione ai corsi formativi Ecm non gravino sulle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori».
La nota chiude con un invito a Federfarma perché «raccolga questo segnale e torni subito al tavolo negoziale con proposte concrete e coerenti con il valore sociale e professionale del lavoro svolto ogni giorno nelle farmacie private. È il momento della responsabilità: non si può più rimandare il riconoscimento economico e normativo dovuto a chi garantisce un servizio essenziale per la salute».