dalla lombardia

Elezioni in Lombardia: Fontana alla presidenza, nell’uninominale vittoria di Mandelli

6 Marzo 2018

Il governo della Lombardia resta nelle mani del Centrodestra. Quando mancano ancora pochi seggi da scrutinare, non ci sono più dubbi sulla vittoria del leghista Attilio Fontana nei confronti del Pd Giorgio Gori: l’ex sindaco di Varese si assesta attorno al 50% delle preferenze mentre il rivale del centrosinistra, anch’egli sindaco ma a Bergamo, si ferma al 25%. Per la Regione, dunque, si può ormai parlare con certezza di un rinnovo nella continuità, che Federfarma Lombardia accoglie con piacere. «La vittoria del centrodestra» commenta Annarosa Racca, presidente del sindacato regionale «consente alle farmacie di riprendere e portare avanti i progetti già avviati nella precedente legislatura, dalla presa in carico della cronicità alla farmacia dei servizi, dalla dematerializzazione ai programmi di screening e prevenzione. Fontana si è sempre dimostrato particolarmente vicino alle farmacie, siamo felici di poter affrontare con lui le sfide che attendono la Sanità lombarda e nazionale».

Il nuovo governatore della Lombardia non ha mai nascosto di volersi porre in continuità con la precedente giunta guidata da Roberto Maroni, di cui è amico da oltre 40 anni. «Sono felice per la vittoria in Regione Lombardia di Attilio Fontana, mio degnissimo successore» ha twittato ieri lo stesso Maroni. Non a caso, tra le priorità del nuovo presidente c’è quella di proseguire il processo dell’autonomia. Il passaggio di consegne fra il governatore uscente e il vincitore delle elezioni dovrebbe scattare attorno al 20 marzo. «Sono particolarmente contento per l’affermazione di Fontana» commenta il segretario di Federfarma Lombardia, Luigi Zocchi «il neogovernatore proviene da una famiglia di farmacisti e conosce molto bene la realtà della farmacia».

Intanto si cominciano a tirare i primi bilanci anche sul voto nazionale. In Lombardia è netta l’affermazione del presidente della Fofi, Andrea Mandelli, nel collegio uninominale di Monza, dove supera il 43% delle preferenze. Non ce la fa invece Emilia De Biasi, senatrice Pd e presidente della commissione Affari sociali del Senato, che nel collegio Milano 5 resta dietro al leghista Igor Iezzi di dieci punti. Fuori dalla Lombardia, sono da segnalare le sconfitte di alcuni importanti esponenti del Governo uscente. Uno su tutti Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che le farmacie del territorio hanno trovato spesso sul loro percorso (con il tavolo sulla farmaceutica e con la Legge sulla concorrenza): in lizza a Sassuolo, il professore universitario non è andato oltre il 28% e ha dovuto cedere il passo al rivale del centrodestra.

Bene invece il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, che passa nell’uninominale di Modena con il 36% e ottiene un seggio in Parlamento nonostante la sua lista, Civica Popolare, non riesca a superare a livello nazionale lo sbarramento del 3%. Ma per avere un quadro completo degli eletti, bisognerà attendere che si completino i complicati calcoli del Rosatellum, il sistema con cui domenica si è votato.