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Emilia R. proroga l’accordo sui servizi: dpc unica, rurali “punto di erogazione”

6 Aprile 2022

Per le farmacie dell’Emilia Romagna si prospetta «l’integrazione nel sistema Casa di comunità» con un ruolo nell’intercettazione precoce del bisogno e «nei percorsi di presa in carico del paziente». E per le farmacie rurali dei comuni con meno di tremila abitanti, si profila la funzione di «punto di erogazione dei farmaci per i residenti» in stretto raccordo con i professionisti e le strutture aziendali. Sono le indicazioni della dgr 480/2022 del 28 marzo scorso, con cui la giunta regionale ha prorogato sino alla fine dell’anno l’accordo sulla farmacia dei servizi firmata con Federfarma e Assofarm nel marzo 2019.

La disposizione, come spiega la nota diramata alle aziende sanitarie per divulgare la delibera, si è resa necessaria per le «forti ripercussioni» che la pandemia ha avuto «sullo sviluppo delle attività previste dall’intesa», considerato che durante lo stato di emergenza le farmacie convenzionate hanno dovuto dare la priorità ad altri servizi, in particolare «l’esecuzione di test antigenici rapidi nonché la somministrazione dei vaccini covid».

Vengono così confermati gli obiettivi principali di quell’intesa, come la partecipazione alla presa in carico dei pazienti con Bpco, il «superamento delle liste locali per la dpc e la definizione di un’unica lista regionale», il Farmacup, la promozione del Fse (con assistenza ai cittadini per ottenere l’identità digitale), la creazione di una rete di farmacie sentinella per la farmacovigilanza e altro ancora.

Ma oltre a confermare i progetti pattuiti, la dgr del 28 marzo scorso rilancia e getta le basi per un più profondo coinvolgimento delle farmacie nell’assistenza territoriale. Il testo, infatti, dà mandato alla direzione generale Salute di elaborare, nel solco dell’intesa 2019, «un nuovo patto» orientato al «miglioramento della qualità delle cure, con particolare riferimento a specifici servizi nonché a programmi di screening».

In particolare, come spiega la nota della giunta regionale alle Asl, l’orientamento è quello di fare in modo che «che le farmacie possano diventare parte del sistema Casa della comunità a livello distrettuale, con particolare coinvolgimento nei programmi orientati all’intercettazione precoce del bisogno e alla prevenzione, nonché alla partecipazione a percorsi di presa in carico del paziente»; inoltre – «in coerenza con gli obiettivi del Pnrr – andrà data priorità «al coinvolgimento nelle attività di assistenza delle farmacie rurali situate nei centri con meno di 3.000 abitanti, in stretto raccordo con i professionisti e le strutture aziendali di riferimento, al fine di convogliare su dette farmacie la funzione di punto di erogazione dei farmaci per i residenti di quell’ambito», cosi come dovrà avere precedenza la partecipazione delle farmacie (a partire da quelle situate nelle zone più disagiate) «in progetti di telemedicina/telemonitoraggio a favore di persone affette da patologie croniche, facilitando in tal modo l’accesso alle prestazioni, alla presa in carico e al monitoraggio clinico». Infine, conclude la giunta regionale, sarà importante che «dette progettualità emergano nell’ottica del miglioramento della qualità delle cure e con particolare riferimento a specifici interventi prestazionali nonché a programmi di screening, tenuto conto dell’informatizzazione dei processi e di una prospettiva di omogeneità territoriale».

L’accordo, infine, conferma la proroga dello screening con tamponi antigenici nelle farmacie del territorio al prezzo calmierato di 15 euro. «La pandemia non solo non ha fermato, ma ha accelerato il nostro progetto di rendere le farmacie sempre di più parte integrante della rete sanitaria, inserendole nei percorsi di assistenza territoriale» commenta l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini «durante questi anni difficili di emergenza sanitaria le farmacie sono state interpreti attive della prossimità, quella prossimità che è l’elemento centrale della sanità territoriale a cui puntiamo. Le farmacie diventeranno quindi sempre più determinanti nel concorrere alla presa in carico del paziente, in una concezione unitaria di integrazione tra i servizi e la continuità assistenziale».