dalle regioni

Telemedicina: in ER 20mila postazioni, 5mila nelle case di comunità

29 Giugno 2023

Ventimila postazioni per la televisita, il teleconsulto, la teleconsulenza, la teleassistenza e il telemonitoraggio da allestire sul territorio, in Case di comunità, ambulatori, Centrali operative territoriali e strutture Asl. È quanto prevede il modello organizzativo per i servizi di telemedicina approvato in questi giorni dalla Giunta con l’obiettivo di perseguire la missione del Pnrr che punta a fare della casa il primo luogo di cura.

Gli obiettivi regionali sono quelli di garantire la presa in carico di circa 12mila pazienti a elevata complessità e fabbisogno assistenziale con il telemonitoraggio e coinvolgere fino a 1,2 milioni di persone (malati cronici) con televisite e teleconsulti. A distanza, il medico potrà consultare gli esami eseguiti oppure misurare la pressione, la glicemia o altri valori, attraverso la strumentazione di cui è dotata la postazione.

Il piano, in particolare, prevede la distribuzione di cinquemila postazioni nelle Case di comunità, in particolare nei loro ambulatori specialistici, infermieristici, di sanità pubblica, nei consultori familiari, nelle pediatrie di comunità, negli studi dei medici di medina generale e dei pediatri di libera scelta e negli spazi dedicati ai pazienti. Cento postazioni saranno dedicate alle Centrali operative territoriali, altre 100 alle unità di continuità assistenziale (ex guardia medica). Mille postazioni saranno a disposizione dell’assistenza domiciliare integrata, 300 della rete delle cure palliative, altre 2.500 per gli ambulatori dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta fuori dalle case di comunità, 8.000 per gli ambulatori ospedalieri e i poliambulatori. Le ultime 3.000 postazioni saranno assegnate ad altre strutture territoriali.

L’intenzione, conclude la Regione, è quello acquistare le attrezzature entro l’inizio dell’anno prossimo per attivare i servizi nella primavera del 2024 e monitorare a distanza 12mila persone entro la fine del 2025. Prima occorrerà che esca il decreto ministeriale sulla ripartizione delle risorse, che verranno distribuite tra le Regioni sulla base dei loro piani.