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Farmacisti francesi in piazza contro il taglio degli sconti sui generici

2 Luglio 2025

Torna alta la tensione tra i farmacisti francesi e il governo: lunedì 1° luglio migliaia di titolari hanno incrociato le braccia e sfilato per le strade di Parigi per protestare contro il progetto dell’esecutivo di ridurre il tetto massimo sulla “remise”, ossia lo sconto di legge riconosciuto alle farmacie per i medicinali generici. Si tratta di una misura che, secondo le organizzazioni di categoria, metterebbe seriamente a rischio la redditività delle imprese e l’equilibrio dell’intera rete territoriale.

Il meccanismo della remise générique consente ai titolari di acquistare i farmaci generici a un prezzo scontato rispetto al prezzo di rimborso fissato dallo Stato, realizzando così un margine commerciale più appetibile. Il tetto massimo per questa scontistica è oggi fissato al 40%, ma il governo francese intende abbassarlo tra il 20 e il 25%. Un taglio che – secondo i sindacati – metterebbe fuori mercato centinaia di farmacie, soprattutto le indipendenti.

Alla manifestazione, convocata in pochi giorni dal collettivo #soignantstrahis (letteralmente “operatori sanitari traditi”, che riunisce farmacisti, fisioterapisti, dentisti e medici specialisti), hanno partecipato circa duemila persone. L’obiettivo: farsi ascoltare dal Ministero della Salute, che ha ricevuto una delegazione di rappresentanti sindacali. L’incontro, però, si è rivelato deludente. «Nessun progresso concreto» ha dichiarato Philippe Besset, presidente della Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France), una delle principali sigle sindacali del settore.

Presenti anche René-Pierre Clément, vicepresidente dell’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine), e Laurent Filoche, presidente dell’Udgpo (Union des groupements de pharmaciens d’officine), che ha parlato di «una vera dichiarazione di guerra, dalla quale non ci lasceremo intimidire».

Il governo, per il momento, ha firmato un decreto di proroga che mantiene il tetto delle “remise” al 40%, ma soltanto in via provvisoria. «Fino alla fine dell’estate» ha spiegato Besset «ma non ci è stata data alcuna garanzia sulla durata esatta». Il nodo vero, cioè il nuovo livello del tetto, non è stato ancora deciso, anche perché – ha aggiunto il presidente della Fspf – «c’è disaccordo tra i ministeri della Salute e dell’Economia, e l’arbitrato finale spetterà al primo ministro».

Nel frattempo, i rappresentanti di categoria chiedono l’intervento del Parlamento. Sotto gli alberi del complesso degli Invalides, sede simbolica della manifestazione, si sono visti diversi deputati e senatori, tra cui Agnès Firmin-Le Bodo, ex ministro della Salute, e Corinne Imbert, farmacista e segretaria della commissione Affari sociali del Senato. «Quello che il governo sta per fare è insopportabile» ha affermato quest’ultima «porterà alla chiusura delle farmacie, alla concentrazione e alla finanziarizzazione del settore. È paradossale dire di voler mantenere il presidio territoriale delle farmacie e poi non sostenerle».