estero

Germania, l’Ordine dei farmacisti denuncia Google per pubblicità scorretta

1 Luglio 2025

L’Ordine dei farmacisti della Renania Settentrionale (Apothekerkammer Nordrhein, Aknr) ha promosso un’azione legale contro Google per aver diffuso sulla propria piattaforma pubblicità illecita in ambito farmaceutico e sanitario che diffonde. A riportare la notizia è la rivista tedesca Apotheke & Wirtschaft, che ha raccolto le dichiarazioni di Bettina Mecking, vicedirettrice generale e legale dell’Ordine. L’azione si fonda sul principio secondo cui anche i grandi operatori digitali devono rispondere della presenza sulle loro piattaforme di contenuti contrari alle normative vigenti, soprattutto quando riguardano la salute pubblica.

Secondo Mecking, l’Aknr ha monitorato a lungo l’attività di Google, rilevando la presenza sistematica sulla versione tedesca del motore di ricerca (google.de) di annunci pubblicitari mirati a utenti tedeschi (per farmaci soggetti a prescrizione e per prestazioni di telemedicina) vietati dalla legge tedesca. La pubblicità, spiega l’Ordine, non solo promuove farmaci che in Germania richiedono la ricetta, ma spesso rimanda a operatori non autorizzati, configurando così una violazione delle disposizioni del Heilmittelwerbegesetz (Hwg, legge sulla pubblicità dei medicinali) e delle norme europee in materia di servizi digitali.

L’Aknr ha dapprima segnalato formalmente a Google la violazione, avvalendosi del sistema di reclamo che le piattaforme online devono obbligatoriamente predisporre in base al Digital services act (Dsa), il regolamento europeo in vigore dal 2024. Dopo l’invio della documentazione e la ricezione di una conferma d’ingresso da parte di Google, tuttavia, non sono seguiti ulteriori riscontri o interventi. Da qui la decisione di agire per vie legali.

«Chi gestisce una piattaforma dove si diffondono sistematicamente contenuti illeciti e non interviene, può essere ritenuto responsabile ai sensi della legge sulla concorrenza sleale» spiega Mecking, facendo riferimento agli articoli 8, 3 e 3a in combinato disposto con l’Hwg. In base a tali norme, un operatore come Google può essere ritenuto corresponsabile in qualità di “Störer” (soggetto che facilita la violazione) se, pur consapevole delle irregolarità, non adotta misure per fermarle.

Il Dsa rafforza ulteriormente questi obblighi per i Very Large Online Platforms (Vlop, piattaforme digitali di dimensioni molto grandi), imponendo che esse analizzino e documentino ogni anno i rischi sistemici associati al proprio modello di business, tra cui la diffusione di informazioni sanitarie scorrette, pubblicità fuorvianti e contenuti manipolativi. Centrale, sottolinea Mecking, è l’obbligo per le piattaforme di rimuovere rapidamente i contenuti illeciti e adottare misure preventive per evitarne la ricomparsa.

Per l’azione legale, l’Aknr ha scelto di rivolgersi al tribunale di Amburgo, dove ha sede il dipartimento legale tedesco di Google. Il ricorso è stato notificato presso la sede europea dell’azienda, in Irlanda. La scelta del foro è avvenuta nell’ambito della normativa europea sulla competenza giurisdizionale, che consente di procedere nel Paese dove l’effetto della violazione si manifesta o dove il convenuto ha una presenza legale.

L’iniziativa dell’Ordine si colloca nel solco delle azioni precedenti già intentate contro operatori della sanità digitale e farmacie online, molte delle quali concluse con successo. Ma con questa causa, spiega Mecking, «l’Aknr mostra che la regolazione non deve arrendersi di fronte alle dimensioni economiche di un’azienda. La politica deve far valere il diritto anche nei confronti degli attori dominanti del mercato e rafforzare in modo strutturale la tutela dei consumatori digitali. Perché una piattaforma, per quanto grande, non è al di sopra della legge».