Dal 1° novembre entrerà in vigore in Francia la nuova griglia salariale per i dipendenti delle farmacie, frutto dell’accordo raggiunto la scorsa primavera tra sindacati dei lavoratori e rappresentanti dei farmacisti titolari. La pubblicazione dell’«arrêté d’extension» sul Journal officiel del 26 settembre ha sancito definitivamente l’applicazione del nuovo sistema, che riguarderà tutte le farmacie, sindacalizzate o meno, e sarà valida anche per i dipendenti già in servizio.
La riforma tocca due figure professionali chiave del modello francese: i pharmaciens adjoints e i préparateurs en pharmacie. I primi corrispondono ai farmacisti collaboratori, cioè laureati abilitati che affiancano il titolare nell’attività professionale; i secondi invece sono tecnici di farmacia, formati con un diploma specifico, che svolgono mansioni di supporto tecnico e distributivo.
La loro remunerazione si basa si basa su un sistema di coefficienti che attribuisce a ciascun livello professionale e all’anzianità un punteggio e, di conseguenza, una retribuzione minima. Per i farmacisti collaboratori il cambiamento è sostanziale: il neoassunto non parte dai livelli 400 e 430, che vengono eliminati, ma dal coefficiente 470, che equivale a uno stipendio mensile lordo di 3.676,88 euro. Il passaggio al coefficiente 500 avverrà dopo un solo anno – contro i sei richiesti finora – mentre per arrivare a 520 basteranno quattro anni. In seguito, l’avanzamento prevede scatti ogni cinque anni.
Per i preparatori la carriera inizia invece dal coefficiente 250 (1.955,58 euro lordi), con l’abbandono del livello 240. La progressione sarà più rapida rispetto al passato: dal 250 al 260 basterà un anno, due anni per arrivare al 270 e quattro per raggiungere il 280, quando oggi ne occorrevano nove. Dopo il coefficiente 290, l’evoluzione continuerà con scatti quinquennali. Un passaggio simbolicamente rilevante riguarda lo status di assimilato quadro (quindi con riconoscimento di funzioni gestionali e retributive superiori): scatterà automaticamente al coefficiente 330, vale a dire dopo 28 anni di esperienza, sia per i farmacisti collaboratori sia per i preparatori.
Secondo la Fspf (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) l’accordo garantisce «una progressione più rapida in avvio di carriera e un allungamento complessivo del piano professionale, con avanzamenti obbligatori». Per Philippe Denry, vicepresidente della Fspf, «questa nuova griglia corrisponde a ciò che già avviene nella realtà, talvolta persino al di sotto. Era quindi importante allineare i minimi contrattuali alle pratiche esistenti».
Ma dal fronte dei titolari non mancano timori. Daniel Burlet, responsabile delle questioni sociali dell’Uspo, avverte che «questo accordo rischia di creare problemi a molti titolari, perché l’economia della rete è già fragile». Denry ribatte che il nodo non è la remunerazione dei dipendenti, «qualificati e chiamati ad assumere nuove missioni», ma la carenza di risorse strutturali delle farmacie, tema che sarà al centro dei prossimi tavoli negoziali con l’obiettivo di rivedere i meccanismi di finanziamento del settore.